Venezia 70
L'ultima volta che sono
stato a Venezia era il 2010, il direttore era Marco Muller e la
Mostra era un corpo-monstre (il gioco di parole viene molto
facile, lo ammetto), bulimico nel programma e aperto a influenze fra
le più disparate: c'era da divertirsi e sopportare con un sorriso i
disagi di un luogo tutt'altro che accogliente (prezzi altissimi, cibo
pessimo, umidità insopportabile con continui passaggi fra caldo
afoso e pioggia). Presidente di giuria, peraltro, era il vulcanico Quentin Tarantino, mica poco!
Quest'anno ci torno e i
cambiamenti non mancano: Marco Muller è andato a dirigere il
Festival di Roma (se n'era accennato QUI) e il direttore, dal 2012, è
Alberto Barbera, che quest'anno celebra un'annata tonda (è
l'edizione numero 70), ma si trova il passo limitato da Cannes, vero
“pigliatutto” della stagione, con un'edizione che ha fatto
scintille. Quindi, se da un lato il programma appare naturalmente più
rigoroso (vuoi perché Barbera di fatto è meno “estremo” di
Muller, vuoi perché i grossi calibri si sono divisi fra Cannes e
Toronto), il calendario finale appare comunque molto buono (sulla
carta almeno) e anche sorprendente per come riesce a trasmettere
un'idea di cinema coerente e compatta. Ci sono i momenti che guardano
al passato (la sezione dei Classici restaurati), e un presente che
sembra orientato al realismo (compaiono anche dei documentari in
concorso, non è una cosa molto frequente). Se pensiamo che persino
uno dei massimi cantori della fiaba come Hayao Miyazaki presenta un
film basato su una biografia reale (e che dalle voci di corridoio si
preannuncia anche abbastanza cupo) il ritratto è completo, ma aggiungiamoci anche il grandissimo Bernardo Bertolucci come Presidente di giuria per capire come l'impianto sia senza dubbio orientato alla qualità e a un tono che stia fra la celebrazione e la ricerca, fra cuore e concretezza.
Interessante anche la
scelta del film d'apertura, che deve in un certo senso tenere insieme
le varie anime del festival: si tratta di Gravity,
fantascienza con George Clooney (figura perfettamente a metà strada
fra divismo da rotocalchi e impegno civile), ma che soprattutto è diretto dal grande
Alfonso Cuaron, regista lui sì davvero trasversale rispetto agli
stili, alle frontiere e che già ha dimostrato di saper giostrare
fantasy e realismo con I figli degli uomini. Chissà che non
ripeta l'exploit del 2010 quando l'apertura fu affidata al
fiammeggiante Cigno nero di Aronofsky. Per i salti
nell'immaginazione più pura ci sarà il Capitan Harlock di Shinji
Aramaki in CGI, che pure dai trailer sembra cupo e fotorealistico
(non si scappa!).
Insomma, i presupposti
sono molto interessanti, i nomi non mancano (Schrader, Friedkin,
Tsai-Min Liang, Garrell, James Franco solo per citarne alcuni), c'è
apparentemente poco glamour e parecchia sostanza: il
sospetto è che ci si divertirà anche in questo caso.
Come nota personale
aggiungo che Alberto Barbera è un direttore che ho sempre sfiorato,
ma mai “fruito” direttamente: dirigeva Torino quando ancora non
frequentavo i festival, è già stato a Venezia (ma anche lì in
un'epoca troppo “precoce” per me), quindi ora sarà l'occasione
per vederlo in azione: quand'anche i presupposti della vigilia non
dovessero essere rispettati, ci sarà comunque da imparare. Ci si
vede al Lido!
3 commenti:
ehy dav se non erro a venezia st anno dovrebbe esserci un film che si chiama "Joe" con il grande Nic Cage che torna finalmente a fare un ruolo serio e drammatico, dopo tutte le sboronate (che ho gradito eh XD) degli ultimi anni, il regista dovrebbe essere David Gordon Green del quale ho visto solo lo spaventapassere, passabile ma nulla più, xò ammetto che sto film mi ispira, hai intenzione di vederlo??? Se si poi facci sapere che ne pensi, mi incuriosisce molto, quest anno volevo partecipare dato che è una vita che voglio andare alla mostra di venezia, ma anche sto giro, un po per il lavoro ecc dovrò saltare :-(
Sì confermo: non so se riuscirò a vederlo, dipende come al solito dagli incastri del programma, nel caso ti faccio sapere :)
ottimo ;-)
Posta un commento