"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

mercoledì 19 novembre 2014

Torino 2014

Torino 2014


In un'annata che sembra aver rappresentato una sorta di “resa di conti” per molti grossi festival nazionali (si vedano le critiche al programma veneziano e le polemiche su Roma, con Marco Muller che ha annunciato di considerare chiusa l'esperienza di direttore), il Torino Film Festival si presenta con la forza della continuità. La direzione passa ufficialmente a Emanuela Martini, dopo vari anni spesi sul campo come coordinatrice generale, e il programma è ricco di titoli (quasi 200), con nomi di qualità (Woody Allen, Susan Bier, Tommy Lee Jones, Bruno Dumont, fino a Jerry Schatzberg che firma il manifesto, visibile qui sopra), come sempre cercando di tenere insieme un'appetibilità “popolare” con una selezione non banalmente glamour.

Non tutto è oro ciò che luccica, in ogni caso, visti i problemi di budget che hanno portato alla limitazione delle sale, ma è chiaro come Torino cerchi di difendere un'autonomia artistica guadagnata sul campo e che ha portato ad assorbire anche bene gli scossoni del 2006, quando la manifestazione fu investita dalle polemiche per il cambio del gruppo di lavoro: la nuova squadra è ormai rodata e ha saputo mantenere le caratteristiche del festival, anche in rapporto a un mercato che diventa sempre più esigente nelle aspettative e avido nelle risorse.

Come sempre grande attenzione anche alla sezione di ricerca di Onde, che apre con il nuovo film di Eugene Green, già protagonista, nel 2011, di un indimenticabile omaggio. E poi i vari spazi retrospettivi, a cominciare dalla seconda parte del “viaggio” nella New Hollywood, dopo l'entusiasmante appuntamento dell'annata 2013. Difficile anche solo scegliere un singolo titolo fra i tanti realizzati in quell'irripetibile stagione, ma per chi scrive si prospetta finalmente la realizzazione di un sogno, con la proposta dei primi film di Steven Spielberg, Duel e il leggendario Lo squalo, saggiamente proposti insieme per mostrare la continuità di un talento indipendente che, senza colpo ferire, è poi transitato direttamente nei gangli degli Studios rivoltandoli dall'interno!

Lo sguardo al passato, dopotutto, serve proprio per offrire una maggiore consapevolezza verso quegli scenari futuri che la manifestazione piemontese ha da sempre così a cuore. Anche per questo, la proposta di classici non ci si esaurisce nella retrospettiva “ufficiale”. A molti cinefili, l'edizione 2014, offrirà infatti l'occasione di rivedere (o, in molti casi, vedere per la prima volta) sul grande schermo alcuni capolavori assoluti in edizione restaurata, come Il gabinetto del dottor Caligari, Via col vento, Allegro non troppo e Profondo rosso. Basta un simile poker d'assi per farci desiderare di essere già a Torino. Ci si vede in sala!


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