Monsters University
Il giovane Mike
Wazowski ha un sogno: diventare il più grande Spaventatore di tutti
i tempi! Per questo si iscrive alla Monsters University, dove lavora
duro per superare l'esame di fine trimestre: il suo aspetto buffo e
poco inquietante, però, sembra remare contro. Ancora più grave è
la conoscenza di James P. “Sully” Sullivan, rampollo di una
grande stirpe di Spaventatori, che sembra dotato di un talento
naturale per il mestiere, ma a causa della sua svogliatezza finisce
per essere espulso dal corso, insieme allo stesso Mike. Di fronte
alla prospettiva di una vita in seconda fila, Mike decide comunque di
giocare il tutto per tutto partecipando alle Spaventiadi, la
competizione studentesca per campioni dello spavento. Se infatti
riuscirà a vincere potrà essere riammesso al corso di studi. La
strada però è tutta in salita: nella sua squadra c'è infatti
ancora Sully, ma soprattutto i membri della confraternita Uzma K,
bravi e volenterosi, ma assolutamente incapaci di spaventare...
L'impresa era di quelle
capaci di far tremare i polsi a chiunque: dare un sequel (o, nel caso
specifico, un prequel) a Monsters & Co., ovvero il
capolavoro assoluto della Pixar e uno dei più grandi film dell'ultimo ventennio, rappresentava infatti una sfida talmente impervia da far
maturare come minimo enormi pregiudizi. Eppure la Pixar ce l'ha fatta
e, dimostrando ancora una volta la sua capacità di raccogliere le
sfide e affrontarle in senso costruttivo, ha affidato il nuovo film a
uno staff diverso dal precedente, con in testa il regista Dan
Scanlon, ex storyboard artist e story editor, qui al suo debutto
ufficiale sulla sedia del director
per un lungometraggio.
Con il senno di poi
possiamo tranquillamente affermare che la Pixar ha compiuto non solo
la mossa migliore, ma anche la più intelligente per il percorso
creativo già intrapreso da un po' di tempo a questa parte: tanto
infatti il primo Monsters & Co. ossequiava l'idea del
gruppo allargato e omogeneo su cui concentrare l'attenzione (una
costante delle prime produzioni della casa), tanto qui si guarda a
dinamiche concentrate su pochi soggetti, all'interno di uno spazio
che ormai si riconosce come proprio. Come a dire: se, inizialmente,
ciò che interessava era creare un mondo, ora ci si concentra su
piccole porzioni dello stesso, dove spicca sostanzialmente un
personaggio principale.
Ecco dunque che Monsters
University, pur allargando la mitologia di Mostropoli e
attingendo dalle dinamiche del film scolastico (con qualche debito
dalla Hogwarts di Harry Potter), è sostanzialmente la storia di un
solo mostro, il simpatico Mike Wazowski, qui assurto dal ruolo di
spalla a quello di protagonista vero e proprio. Cambiano pertanto
anche le dinamiche e le relazioni che legano lo stesso Mike ai
comprimari e al suo mondo, e il personaggio smette di essere soltanto
il petulante e irresistibile gag-maker del film originale, ma diventa
anzi una figura problematica e sfaccettata, di cui vengono messi in
luce non solo i limiti (in quanto ex “spalla” e dunque figura pensata per essere di
secondo piano), ma anche le enormi capacità di serio lavoratore e
autentico motore (e motivatore) delle azioni di tutto il suo gruppo.
Allo stesso modo, l'amico Sulley è qui ricondotto al ruolo di
comprimario in apparenza di successo, ma in realtà pure insicuro e
schiacciato dal peso delle aspettative legate alla sua discendenza.
Ecco quindi che Monsters
University diventa un magnifico saggio sulla distanza che
sussiste tra l'apparenza e la sostanza, giocata non soltanto sui
ruoli in cui i personaggi sono iscritti loro malgrado e da cui devono
invece affrancarsi con il duro lavoro e con l'esaltazione delle
proprie capacità; ma anche sulle aspettative dello spettatore, che
già conosce quel mondo e crede di poterne anticipare gli eventi,
salvo poi essere spiazzato da scelte del tutto originali, che, insieme al formidabiel ritmo e a tante irresistibili gag, decretano la forza del film. Per restare
al paragone citato con la saga di Harry Potter, è come se l'universo
di Hogwarts fosse inquadrato dal punto di vita di Ron o dei
personaggi minori, capovolgendo totalmente la predestinazione del più
celebre protagonista eponimo.
Naturalmente il tutto si
iscrive comunque in un sistema di valori che è sì quello
tradizionale della scuderia Disney/Pixar (l'amicizia, la solidarietà,
il fare gruppo di fronte al pericolo, il valorizzare se stessi perché
nessuno resti indietro), ma anche in una filosofia che è coerente
con quanto visto nel primo capitolo: se lì infatti si mettevano a
nudo i meccanismi della competizione sfrenata, anche in questo caso
si sbertuccia la logica del risultato a tutti i costi quando è
disgiunta da una crescita interiore, tale da rendere ogni mostro una
creatura migliore.
Ecco dunque che la
vicenda è sì costruita come un continuo percorso che Mike deve
affrontare per conseguire il risultato a cui ambisce, ma anche come
un'eterna “gavetta” attraverso la quale il nostro eroe riuscirà
a conquistare alla fine proprio il posto che aveva sempre sognato,
suggellando in questo modo il legame con la posizione che ormai
conosciamo dal primo film. E questo avverrà contestualmente alla
crescita della sua consapevolezza, in grado di evidenziare come sia
possibile vincere ogni sfida. Che poi è esattamente quello cui la
stessa Pixar ci mette di fronte, offrendoci questo intelligente
prequel di un capolavoro di successo.
Una piccola nota a
margine, infine, anche per l'ennesimo, splendido gioiello in formato
cortometraggio, L'ombrello blu, di Saschka Unseld, perfetta
sintesi di poesia in stile Paperman, nello scenario
tentacolare e piovoso di una metropoli: ancora un esempio perfetto di
distanza tra l'apparenza delle cose e la loro (im)possibile sostanza!
Monsters University
(id.)
Regia: Dan Scanlon
Sceneggiatura: Dan
Scanlon, Daniel Gerson, Robert L. Baird
Origine: Usa, 2013
Durata: 104'
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