"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

lunedì 30 agosto 2010

Venezia 2010

Venezia 2010

Si torna a Venezia, ancora una volta. A un festival che sulla carta promette scintille, soprattutto considerando il flop di Cannes (certificato dagli addetti ai lavori): sarà, ma il rischio in questi casi è quello di falsare le aspettative e non sarà un caso se di fronte al ricco programma ciò che risalta è quello che manca. A iniziare dall’attesissimo The Ward di John Carpenter, dato per certo fino a poche settimane fa e poi misteriosamente scomparso. O l’altrettanto atteso Burke & Hare di John Landis: solo una citazione in conferenza stampa per loro e la speranza che siano inseriti a sorpresa nel programma.
 
Concentriamoci dunque su quello che c’è, magari lasciando fuori l’ennesima retrospettiva sul cinema italiano che continua a sembrare un corpo estraneo, a metà strada fra la “buona intenzione” di chi in quelle pellicole ci crede (e fa bene, è solo il contesto a essere sbagliato) e la forzatura di un programma che le impone per ciò che non sono: torna alla memoria la retrospettiva western di qualche anno fa, dove pure si affrontò l’argomento da una interessante prospettiva culturale, ma che fu clamorosamente snobbata dal pubblico. Non so perché, ma ho la sensazione che le retrospettive a Venezia non funzionino, complice anche un programma-monstre che finisce per fagocitare ogni cosa e in questo senso valorizza soprattutto le conferme, più che le scoperte. L’omaggio a Vittorio Gassman con la presentazione dell’indimenticabile Profumo di donna in versione restaurata va però subito nella lista degli imperdibili!
 
E dunque speriamo di farla comunque qualche sorpresa, teniamo d’occhio la Settimana della Critica e le Giornate degli Autori, che in passato hanno fatto molto a proposito e confidiamo nelle scelte della giuria presieduta da Quentin Tarantino. E poi vedremo le conferme (speriamo), fra i vari Aronofsky, Rodriguez, Martone, Bellocchio e tanti altri. Magari se l’ultimo John Woo sarà un bel film avremo insieme la conferma e la riscoperta di un regista per il quale da tempo bisogna usare i verbi al passato: sarebbe forse il regalo più bello.
Appuntamento al Lido!


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1 commento:

Alessio G. ha detto...

Ho letto sul web svariate e pesanti critiche riguardo al palmares, con comportamenti di pura maleducazione e cafonaggine di Tarantino e un elenco premiati deludente (pare che Somewhere sia piaciuto solo a Sentieri Selvaggi e pochissimi altri...). Sarò curioso di leggere che ne pensi.