Apocalypse Kebab
Un tempo in Italia i
registi usavano firmarsi con nomi anglofoni, quando si trovavano a
dirigere pellicole horror o western. D'altronde, si sa, per il
pubblico nostrano questi generi nascono e muoiono con l'America: chi
mai darebbe credito ad autori nati nel paese della pizza e dei
mandolini quando hanno a che fare con zombi e pistoleri? Poi i fatti
hanno dimostrato il contrario, i nostri registi di genere hanno
(giustamente) raccolto più seguaci delle rockstar e l'usanza dello
pseudonimo è caduta in disuso.
Fa dunque un certo
effetto trovare in libreria un romanzo fantasy come Apocalypse
Kebab, che batte bandiera italiana ma nasconde la sua origine
dietro il nome sibillino della scrittrice, J. Tangerine. La causa è
sempre il pregiudizio diffuso verso il tricolore, l'effetto è che in
questo modo qualcuno potrebbe perdere il collegamento con il
precedente lavoro della stessa autrice, che si chiama Giusy De
Nicolo, e che qualche anno fa si è fatta notare con Porcaccia, un
vampiro!: un romanzo
breve sull'incontro fra uno studente spiantato e un vampiro,
ambientato fra i vicoli di Bari vecchia e scritto con uno stile
vivace, ma capace di creare personaggi credibili, indagati nei loro
sentimenti più profondi e, perché no, nei tic e nelle debolezze
profondamente umane (sì, vale anche per il vampiro).
Per l'opera seconda,
l'autrice pugliese sceglie di contraddire totalmente gli aspetti
esteriori del prototipo: le pagine aumentano, la trama diventa
articolata e ambiziosa, i personaggi sono parecchi, l'ambientazione
si sposta a Praga e la protagonista è più spiantata che mai. Di
più: è una ex tossica che vive su un locale di lap dance!
Ufficialmente consegna kebab, ma in realtà è una Column, ovvero una
guerriera che protegge il mondo dagli Inferenti, misteriosi figuri
che oltrepassano lo spaziotempo per seminare il Caos. Può ricordare
vagamente Buffy l'ammazzavampiri, ma al sottoscritto fa pensare di
più a Lisbeth Salander, la protagonista di Uomini che odiano le
donne, che all'atteggiamento scontroso unisce però una forte
vena di umorismo sardonico, di quello che ti stende con poche parole
ben attestate, e alle abilità con il computer sostituisce poteri
psichici. Dove non bastano le parole arrivano poi le arti marziali,
che la nostra eroina padroneggia con una certa scioltezza.
Il suo nome è Alexandra
Zahradnik e se vi sembra difficile non preoccupatevi: è ripetuto
molto spesso in modo che non lo dimentichiate. Il problema è che
stavolta, accanto ai vari Inferenti c'è un Arconte, uno di quei
Cattivi con la maiuscola, la cui presenza prelude a un'Apocalisse su
larga scala e che, naturalmente, permette all'avventura di decollare.
E di svelare le sue carte. J. Tangerine conosce bene le regole del
fantasy, crea un universo dove ogni personaggio ha un ruolo ben
definito, e si diverte a raccontarlo con lo stesso stile fresco e
spigliato che avevamo conosciuto in Porcaccia, un vampiro!
Però la sensazione è che il fantasy le interessi fino a un certo
punto, perché dopo un po' Apocalypse Kebab prende una
direzione inaspettata, è come se i protagonisti decidessero di far
da sé, appropriandosi del racconto e lo portassero avanti per conto
proprio. Non è una cosa anomala nel fantasy, ma dipende sempre da
come è portata avanti: se l'autrice è brava (e questo è il caso)
l'effetto è gradevolmente spiazzante, altrimenti rischia di apparire
una scelta furbetta.
In questo caso, il twist
non è capriccioso, perché arriva alla fine di un percorso coerente,
tutto proteso a contraddire le possibili certezze e a mostrare la
realtà da un punto di vista alternativo: non mi riferisco soltanto
alla figura di una protagonista quanto mai distante dal ruolo
dell'eroina, ma all'iconografia di un cattivo angelicato, di una
squadra lacerata da conflitti interni e decisamente poco propensa a
sostenere il peso della salvezza del mondo, di una missione stessa
che finirà per rivelare dei lati abbastanza oscuri. Tutti elementi
che lentamente immettono un umore particolare nel racconto, lo
lavorano ai fianchi, lasciando emergere increspature che
progressivamente conducono al rivolgimento finale.
Accade così che una
storia oscura diventi foriera di grandi speranze e che lo spettatore
arrivi a parteggiare più per i sentimenti che muovono (e lacerano)
Alexandra, che per il destino del mondo. Certo, a tratti si ha la
sensazione che la battuta salace sia cercata con troppa insistenza,
magari sacrificando maggiori dettagli nello sviluppo dei personaggi e
nelle relazioni interpersonali. Questa in fondo è la storia di
Alexandra, tutti sono funzionali a lei, e può accadere che tenere a
mente ogni personaggio (spesso in scena per poco tempo) costringa a
qualche rilettura: sono più che altro conseguenze della dimensione
epica del racconto, che richiede molto spazio, e della scelta -
comunque molto coraggiosa - di non creare il classico fenomeno
editoriale con un universo definito nei dettagli e replicabile
all'infinito, ma uno spazio tratteggiato con pochi segni su cui
elaborare poi la parte che più interessa.
Una volta che ci si è
affidati al racconto, si può dunque ammirare la grande capacità
dell'autrice di indagare l'animo dei personaggi senza dimenticare il
corpo: la scrittura si fa sensuale, si percepisce la fisicità di
figure che, seppur abbastanza tipizzate, premono per vivere i propri
sentimenti. Il corpo diventa l'autentico terreno di coltura su cui si
consumano i drammi: colpito, torturato, cucito, e la lotta a volte
assume il sapore di una formidabile danza di seduzione. Nel contempo
i pensieri riflettono lo spaesamento dei personaggi, commentano
l'agire contrastato delle azioni e le rendono reali, ancora una volta
deboli e umanissime. Con buona pace delle convenzioni di genere. Si
crea in questo modo il legame di continuità con i temi di Porcaccia,
un vampiro! e anche in questo
caso capiamo che l'autrice ci ha piacevolmente catturati: pensavamo
di leggere qualcosa di veloce e leggero, senza impegnarci troppo, e
invece alla fine ci siamo ritrovati incollati alle pagine a fremere
per questi personaggi. A questo punto anche il Caos diventa
un'alternativa possibile (e piacevole), ma il finale riserva ancora
qualche sorpresa, che va scoperta naturalmente sulla carta!
Apocalypse Kebab
Scritto da J.
Tangerine (Giusy De Nicolo)
320 pagine, 9,80 euro
Mamma Editori
2 commenti:
Ammazza come scrivi! Dico, a te recensore. Chapeau al pensiero sottile e alle evoluzioni del tuo italiano domato :-)
Grazie ;)
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