Torino 2011: Day 4
Una delle mancanze che si
avvertono al Torino Film Festival 2011 è quella del comodo servizio
di navette che portava gli spettatori da un capo all'altro del
percorso cinefilo, ovvero dal multisala Massimo all'altro grande
luogo delle proiezioni (il cinema Ambrosio negli anni passati, il
Reposi in questo): si è dunque costretti a “concentrare” le
visioni tutte nella stessa area per evitare faticosi andirivieni e
sarà anche per questo che la quarta giornata si è rivelata un
autentico tour-de-force con spettacoli a distanza ravvicinata
e senza un momento per tirare il fiato! D'accordo, ormai si è
completamente “dentro” l'atto del macinare pellicole senza sosta,
ma a un certo punto ci si sentiva come i poliziotti di Serbuan
Maut – The Raid, il film che rappresenta l'Indonesia nel
concorso lungometraggi e che si rivela un action a rotta di collo,
con una squadra di teste di cuoio che danno l'assalto al palazzo dove
vive un boss della mala. Si risolve tutto in una carneficina con gli
abitanti del condominio che, armati di machete, si schierano con il
“cattivo”, ingaggiando furiose battaglie. Al di là del ritmo e
delle magnifiche coreografie di lotta (come non se ne vedevano da
tempo), il film colpisce per la teorizzazione di una possibile
società verticistica rappresentata dai piani del palazzo, dove ogni
personaggio sogna la scalata come affermazione personale, in un mondo
dove la corruzione ha eliminato ogni possibile status. Potrebbe
diventare un cult, speriamo in una distribuzione ufficiale. Non
dovrebbero invece esserci problemi per gli altri due americani di
“Festa Mobile”, il canadese Wrecked e lo statunitense A
Good Old Fashioned Orgy: il primo racconta le tribolazioni del
sopravvissuto a un incidente d'auto. E' bloccato nell'abitacolo,
affetto da amnesia e i pochi dati a sua disposizione lo classificano
come ladro di banche. E questo è solo l'inizio. Lo spunto è
intrigante, sebbene si situi nel solco di recenti opere come Buried
o 127 ore e quindi il torto che il regista Michael Greenspan
si fa è quello di non osare troppo, affidando tutto a una
costruzione che lentamente lascia andare tutti gli incastri al posto
giusto senza lasciare dubbi alle spalle. Merita comunque attenzione
l'interessante andirivieni fra la realtà e le visioni del
protagonista, che – seppur in modo un po' abbozzato – immergono
lo spettatore in uno spazio mutevole e capace di aumentare il senso
di smarrimento. Nella parte del protagonista fa piacere ritrovare il
sempre partecipe Adrien Brody. Si cambia invece del tutto registro
con il film di Alex Gregory e Peter Huyck, autori del David
Letterman Show, che raccontano l'ultima estate di un gruppo di
amici ultratrentenni, decisi a festeggiare l'evento con... un'orgia!
In bilico fra goliardia e perbenismo, i due registi se la cavano,
componendo un divertito affresco generazionale che nella ricerca di
un ultimo sfogo di gioventù diventa un autentico rito di passaggio
per i personaggi. Ne consegue che, sì, diversamente da quanto il
moralismo americano possa far pensare, alla fine non solo l'orgia si
tiene davvero, ma proprio questo permette ai nostri eroi di trovare
la quadra delle rispettive vite! Niente male per una giornata che in
fondo sin dalle prime battute si era connotata come irriverente:
l'apertura mattutina era stata infatti tutta per Robert Altman con
l'ancora perfettamente caustico M.A.S.H., fra le punte di
diamante della sua retrospettiva.
Nessun commento:
Posta un commento