"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

giovedì 25 novembre 2010

Torino 2010

Torino 2010

Quando, alcuni giorni fa, la consueta conferenza stampa ha rivelato il programma del Torino Film Festival 2010 si è avvertita una strana sensazione. Forse sbaglio, ma l’impressione è che la qualità delle scelte abbia sorpreso una stampa impigrita dalla vuota ipertrofia romana e dalle (pretestuose) polemiche post-Venezia. Come se il festival torinese fosse un fulmine a ciel sereno che, con le sue promesse di qualità, arrivava a scompaginare le carte di chi già aveva fatto tutti i bilanci possibili sull’annata.

Naturalmente bisognerà attendere la chiusura dell’edizione, ma fin d’ora si può affermare che una simile sorpresa può arrivare solo da chi continua a sottovalutare il miglior festival di cinema d’Italia, un appuntamento che negli anni non ha mai fatto mistero di preferire la qualità e la diversificazione dell’offerta ai nomi. Che pure stavolta non mancano: del colpaccio di proporre l’attesissimo The Ward di John Carpenter ho già scritto (e al Maestro è dedicato anche il video dalla Rete della settimana nella colonna a destra). Aggiungo allora la chiusura affidata all’immenso Clint Eastwood con il nuovo Hereafter! Altro che l’inutile palleggiamento di romavenezia su Malick sì/Malick no. Il regista de La sottile linea rossa è un’istituzione e mai nessuno potrebbe sognarsi di definirlo trascurabile, ma esiste tanto altro cinema che di fronte a questi ridicoli tormentoni è stato letteralmente messo da parte. Ecco, mi piace allora pensare che l’edizione 2010 del Torino Film Festival servirà a rimettere al centro le cose che contano, al di fuori di tutto.

E dunque retrospettiva John Huston (che già da sola basterebbe a chiudere ogni discorso), sezione “Rapporto confidenziale” dedicata all’horror (finalmente tornato in grande spolvero dopo il digiuno del buio biennio morettiano), il programma di “Onde” che promette scintille con il controverso L.A. Zombie, senza poi dimenticare il doveroso omaggio all’amico Corso Salani. Infine il cinema italiano rappresentato dall’interessante Alessandro Piva e, per chi proprio non può fare a meno del pizzico di glamour, ecco l’anteprima di Burlesque con la pop-star Christina Aguilera.

Insomma un programma poderoso, di cui altri si sono divertiti a snocciolare tutte le cifre. Già, poderoso: magari un festival che ha una così generosa tradizione di bel cinema e grandi scoperte potrebbe anche lasciare un attimo da parte la corsa all’ipertrofia, che sembra tipica piuttosto di chi deve dimostrare la sua importanza solo attraverso i numeri. E’ l’unica critica preventiva che mi sento di fare. Per il resto l’appuntamento in sala all’ombra della Mole si rinnova anche quest’anno. E questo è l’importante.


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