"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

giovedì 8 luglio 2010

Lupin Bebop

Lupin Bebop

Da parecchi giorni lo spazio “Visioni dalla Rete” propone un interessante esempio di commistione tra universi apparentemente tra loro differenti: con un attento lavoro di montaggio, infatti, l’artefice del video (ignoro se sia lo stesso utente di YouTube che lo ha postato) ha “adattato” la sigla di apertura dell’anime Cowboy Bebop (1998) all’universo animato che fa capo al celeberrimo Lupin III, in particolare quello delle prime due serie animate (1971 e 1978) e di alcuni special tv più recenti.

Apparentemente si tratta di un fenomeno non nuovo nel campo dei montaggi realizzati da appassionati: anzi, è interessante notare come i video collegati nella pagina YouTube del video ne propongano uno simile dove stavolta la sigla di Cowboy Bebop è “adattata” a un altro e più recente anime-fenomeno come Neon Genesis Evangelion (potete raggiungere quest’altro video direttamente dai link in calce).

E’ dunque probabile che il lavoro soggiaccia a una logica inerziale di mera sovrapposizione di universi, ma resta il dato di fatto di un “gioco” intelligente nella misura in cui esplicita un legame di derivazione che da sempre unisce Cowboy Bebop a Lupin III. Chi ha analizzato compiutamente la serie capolavoro di Shin’ichiro Watanabe sa che essa deve qualcosa alle avventure del ladro animato, sebbene apparentemente sia ben altro prodotto. Senza scendere nei dettagli di una serie che probabilmente si recupererà in futuro, è interessante anche in questo caso notare come la sovrapposizione dei due universi serva a esplicitare una coincidenza di logiche espressive fra le due serie, non percepibile immediatamente: è come, insomma, se il montaggio delle sequenze di Lupin III all’interno dello schema visivo della sigla di Cowboy Bebop serva soprattutto a indicare allo spettatore ciò che normalmente egli non sarebbe capace di cogliere con immediatezza, ovvero la vicinanza delle due serie.

Ma perché proprio la sigla? Nel caso di Cowboy Bebop l’opening rappresenta un momento estremamente importante, che si va a collocare all’interno del complesso schema che la serie stessa pone in essere: più che un racconto, infatti, la storia del cacciatore di taglie Spike Spiegel è un caleidoscopio di elementi variegati che, offrendosi allo spettatore, crea un sistema di riferimenti (interno ed esterno al racconto) molto complesso. La sigla serve dunque come chiave d’accesso a questo universo, attraverso la presentazione di quegli elementi iconici di base che marcheranno la cifra espressiva generale (riconducibile alle forme del noir) di volta in volta ossequiata o sovvertita dai vari episodi. Serve, insomma, a tarare il punto di partenza di un viaggio all’interno di un macrogenere che toccherà di volta in volta più stili e tipologie del racconto giocando con la commistione di generi e linguaggi e le aspettative dello spettatore, secondo una logica che anche in questo caso riesce a mascherare la sua sostanza attraverso la capacità di apparire altro. Ovvero un noir in chiave spaziale.

Ecco dunque che la sigla jazzata presenta gli elementi più marcatamente riconoscibili: l’eroe solitario, pronto all’azione, ma che non disdegna di poter assaporare il fumo di una sigaretta prima di intraprendere la sua corsa; misteriose figure femminili, di cui magari vediamo solo le gambe in tacchi a spillo; il feticismo nei confronti della pistola (fondamentale in un genere di per sé freudiano come il noir); e poi, come a rompere (e quindi a ricostruire) il sistema di complesse figure geometriche disegnato da quegli elementi, i mezzi fantascientifici, che definiscono il passaggio a un genere che è anche altro, e che ricomprende elementi di kung fu, armamenti pesanti e un occhio meccanico che, pur nella stilizzazione cromatica prediletta dai realizzatori, rimanda all’Hal9000 di 2001: Odissea nello spazio, testo base per la fantascienza moderna. Infine i comprimari, fisicamente così diversi dall’eroe e pertanto identificabili secondo una logica della spartizione dei ruoli da sempre congeniale all’avventura.

Si tratta, in sostanza, di un lavoro di scomposizione del racconto che viene ricondotto al suo precipitato iconico, e nel contempo di una sua opera di stilizzazione visiva che dà vita a forme geometriche ed eleganti, capaci di restituire un’atmosfera che travalichi la mera narrazione e risulti coerente con gli stati d’animo evocati dalle musiche (il brano, Tank, è composto dalla grandissima Yoko Kanno, autrice della colonna sonora della serie).

Lo stesso discorso risulta quindi applicato a Lupin e altrettanto funzionale: ma, e qui riposa il vero elemento vincente dell’operazione, la funzionalità non è data solo dall’adattabilità dello schema agli elementi iconici che contraddistinguono la saga di Lupin, quanto dall’operazione di mimesi che il video viene a instaurare con l’opening de Le nuove avventure di Lupin III, sigla della seconda serie del ladro. Andandola a rivedere ci si può infatti rendere conto di come già lì fosse presente un lavoro di presentazione/scomposizione degli elementi che dava vita a un sistema di figure geometriche in grado di rendere l’idea del portato teorico insito nell’operazione.

La saldatura che quindi si viene a creare è doppia: fra gli universi di Cowboy Bebop e Lupin III e fra le rispettive sigle, un connubio perfetto di due universi definiti, accomunati da elementi simili eppure perfettamente distinti. In fondo ricreare (come ha fatto Shin’ichiro Watanabe) vuol dire rifare, ma anche rielaborare al punto da ottenere qualcosa di diverso.

Cowboy Bebop - sigla
Brano: “Tank”, composto da Yoko Kanno ed eseguito da Seatbelts
Direzione dell’animazione: Masami Goto, Toshihiro Kawamoto
Animatori: Isamu Imakake, Kazuhiro Soeta, Masami Goto, Takahiro Komori

Le nuove avventure di Lupin III (Shin Rupan Sansei) – prima sigla
Brano: “Theme from Lupin III (Non-vocal)” di Yuji Ohno
Versione italiana: “Le nuove avventure di Lupin III” di orchestra Castellina-Pasi


Collegato:
Lupin III: Green vs Red

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