E’ ormai trascorso un anno da quel 3 marzo 2007 che ci ha portato via il Maestro Osvaldo Cavandoli, indimenticabile creatore della Linea. Non ho mai avuto la fortuna di poterlo incontrare personalmente, ma la sua scomparsa ha avuto il sapore dell’addio dato a un caro amico. E’ la forza delle “immagini in movimento”, che ci rendono questi artisti così vicini e familiari.
Ho avuto l’onore e il piacere di curare un omaggio alla sua memoria durante la terza edizione del Taranto Film Festival, nello scorso dicembre. La gioia del constatare direttamente l’affetto del pubblico per i lavori del grande Cava è stata superata soltanto dalla piacevole sorpresa dei più giovani, che non conoscevano la sua Arte e che in questo modo hanno avuto una piccola occasione per scoprirla.
Autori come Cavandoli è bene che non siano mai dimenticati e a questo scopo ripropongo anche qui il breve pezzo che ho scritto sul catalogo generale del festival, insieme a uno degli shorts più belli del Maestro, Vent’anni dopo, realizzato nel 1990, che vede il creatore e la sua simpatica Linea dialogare in un corto che non riesce a non farmi provare ogni volta una sincera commozione.
UNA LINEA TRA LE NUVOLE
La notizia di questa scomparsa non può ovviamente non farci tornare alla mente quanto poco il suo genio sia stato valutato in patria, complice il connubio con le celebri pubblicità della Lagostina, che se hanno contribuito a rendere celebre il personaggio di Mr.Linea lo hanno di fatto anche costretto in una gabbia dalla quale non è mai riuscito totalmente a liberarsi per brillare di luce propria. L’impressione conseguente è stata quella di un talento stagionale, di una figura minore, laddove soltanto all’estero la sua statura veniva riconosciuta come quella di una delle principali figure del cartoon di ogni tempo.
In questo senso Cavandoli risalta come efficace Alternativa all’animazione strettamente codificata (nelle dichiarazioni raccolte nelle pagine successive è possibile notare come venga sottolineato il carattere “anti-Disneyano” della Linea), ma anche come sua possibile e definitiva consacrazione: un tratto di matita, uno sfondo colorato, la fantasia al servizio di un’idea sempre fedele a sé stessa eppure mai uguale, sempre capace di rinnovarsi e divertire. Quasi una metafora del cinema stesso, che vive di espedienti tecnici reiterati e ricombinati nella continua ricerca di soluzioni nuove: ma siamo certi che lo stesso Cava di fronte a una definizione così pomposa sarebbe scoppiato in una risata non meno fragorosa di quella che apriva molti sketch del suo simpatico omino. Perché in fondo il bello della Linea era il suo essere semplicemente divertente, al di là di ogni possibile lettura e pretenziosità, umano nel suo carattere capriccioso ma anche entusiasta di ogni invenzione disegnata per lui dalla mano del Maestro, suo tutore, complice, ma anche dispettoso persecutore.
L’omaggio del Taranto Film Festival propone una selezione dei tanti cortometraggi che hanno reso Mr.Linea un’icona lungo un percorso durato all’incirca quarant’anni. Per ricordare ciò che Cavandoli è stato e quanto ancora sia estremamente moderna la sua idea.
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