Davvero una bella iniziativa questa della 001 Edizioni, che da alcuni mesi ha dato alle stampe la raccolta integrale e filologica delle storie a fumetti pubblicate nei celebri albi americani della E.C. Comics, Tales From the Crypt e Weird Science, dedicati rispettivamente all’horror e alla fantascienza.
E’ un altro importante tassello di memoria che viene quindi recuperato, e ci permette di far luce su quella che potrebbe essere definita come la quarta “pietra angolare” dell’immaginario fantastico anni Cinquanta degli Stati Uniti, insieme ai film di fantascienza di Jack Arnold, alle apparizioni televisive di Vampira e alla serie tv Ai confini della realtà. Cinema, televisione e fumetto, inestricabilmente legati tra loro a formare un tessuto narrativo e iconico fecondo e iconoclasta, dall’impatto epocale e devastante nella storia del costume americano, buono per indagare nelle fantasie oscure di un periodo da sempre dipinto come l’apoteosi del viver felice, pulsante però di umori immaginifici e di storie che aspettavano solo di essere raccontate.
A raccogliere la sfida fu un placido omone di nome William Gaines, che aveva ereditato alla fine degli anni Quaranta il piccolo impero cartaceo degli “Educational Comics”, guidato dal padre Max, scomparso prematuramente in un incidente navale: intenzionato a diventare insegnante di chimica, William Gaines si buttò a capofitto nella nuova impresa, rovesciando completamente di segno lo standard sino a quel momento tenuto dalla casa editrice, specializzata in storie dall’alto valore educativo/pedagogico (racconti dalla Bibbia, albi a sfondo scientifico e via citando), e dando così sfogo all’interesse per il fantastico condiviso con lo sceneggiatore Al Feldstein. Il nome stesso del marchio fu cambiato in Entertaining Comics e, nel 1950, l’antologia di racconti polizieschi Crime Patrol divenne The Crypt of Terror, per poi assumere, dopo tre numeri, la denominazione definitiva di Tales From the Crypt, presto affiancata da The Vault of Horror e The Haunt of Fear, mentre la collana western-avventurosa Saddle Romances mutò in Weird Science.
A completamente del restyling vennero introdotti i celebri “host”, come il Guardiano della Cripta (che da noi divenne il celebre Zio Tibia), il Custode della Tomba e La Vecchia Strega (li potete ammirare in basso nel divertente disegno di Al Feldstein che li vede riuniti insieme allo stesso William Gaines), che avevano il compito di “introdurre” i vari racconti con un salace commento, destinato a esaltare soprattutto l’humor nero delle storie. Già, le storie: poco ricordate o messe in secondo piano rispetto alla rivoluzione iconografica di un fumetto che si accollò il compito di esplicitare i sottotesti e mostrare creature e scene di violenza inaudite per gli standard del fumetto dell’epoca, diventando antisegnani di quel filone oggi noto come “splatter”!
Altra caratteristica significativa degli albi fu la loro capacità di mediare fra gli immaginari di tutte le epoche fino a quel momento trascorse, dal periodo d’oro dell’horror cinematografico degli anni Trenta (con in testa i film di mostri della Universal) al noir degli anni Quaranta, a classici della letteratura come “Le mani di Orlac”, di Maurice Renard, fino ai kammerspiel laceranti e basati su una rigida osservanza degli schemi del thriller cari ad Alfred Hitchcock. Vittime predestinate di una sorta di beffarda legge morale erano gli uomini di ogni estrazione sociale alle prese con le proprie debolezze inconfessate e lasciate esplodere: una follia che apre le porte all’elemento soprannaturale, come logico strumento di equilibro contro le malefatte, contro l’incapacità di tenere a freno l’irrazionalità delle pulsioni che spesso sfocia nella mostruosità interiore, nell’omicidio o nel tradimento delle persone fidate.
Alle penne di Al Feldstein o dello stesso Gaines si accompagnava una squadra di valenti disegnatori dal taglio difforme: c’era il tratto corposo e molto fisico, spesso volutamente grottesco, di Johnny Craig e Jack Davis, o gli stili più moderni e visionari di Wally Wood e Graham Ingels. Di sicuro fra queste pagine è transitata una delle migliori selezioni di talenti dell’epoca, tanto da far preoccupare la concorrente DC Comics che, si mormora, cavalcò per questo l’onda del malcontento perbenista che arrivò ben presto a presentare il conto a Gaines per la sua irriverenza. La pubblicazione del libro “Seduction of Innocents”, dello psichiatra Frederick Wertham, che nel 1954 teorizzava il legame fra i fumetti EC e la delinquenza giovanile, costrinse l’editore a cessare le pubblicazioni, chiudendo una fortunata stagione e portando alla creazione del Comics Code Authority, organo preposto al controllo preventivo e all’eventuale censura delle storie troppo violente.
Distribuite negli anni in Italia spesso in forma di antologia e da lungo tempo introvabili, le storie della EC oggi tornano a noi con un’edizione che al momento prevede 10 albi (nel momento in cui scriviamo sono usciti 4 volumi su 6 di Tales From the Crypt e 2 su 4 di Weird Science). Rileggendole, e superate le ovvie ingenuità di un approccio che ha almeno mezzo secolo sulle spalle, si prova il sapore dell’immersione in una realtà altra, meravigliosa nella sua mostruosità, divertente ma a tratti anche drammatica per la lucidità con cui è capace di costruire brevi racconti morali (se non proprio moralistici) con pari attenzione alla componente spettacolare e a quella psicologica, evidente nei tormenti e nei sensi di colpa degli sventurati protagonisti. Ma anche, e soprattutto, spicca una formula capace di far propri gli stimoli e creare un immaginario dal quale attingeranno le forme di intrattenimento più disparate, dal cartoon (con la serie giapponese di Bem il mostro umano) alla televisione (con l’italiano Venerdì con Zio Tibia e la serie di telefilm americani Tales From the Crypt), oltre ovviamente al cinema, che vede nel Creepshow di George Romero l’esempio più macroscopico dell’influenza esercitata da Gaines, Feldman e compagni sulle future generazioni di creatori di sogni (e la notizia di un progetto riguardante proprio un biopic su Gaines ad opera di John Landis non è che l’ultima della serie). Anche per questo tutti noi siamo un po’ debitori a questi fumetti e oggi possiamo celebrare la loro arte con più cognizione di causa.
Sito della 001 edizioni
La storia di Zio Tibia
Sito di Al Feldstein
1 commento:
Iniziativa lodevole: se vuoi cogliere al meglio le atmosfere di quell'anarchico di Gaines ti consiglio l'omaggio che due geni, Stephen King e George A. Romero, han dedicato ai fumetti E.C.: "Creepshow"
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