"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

giovedì 29 novembre 2012

Torino 30+6

Torino 30+6

Con la pioggia che continua a flagellare le strade, chiudersi al caldo nel cinema è decisamente la soluzione migliore, una sorta di grosso incentivo a non badare all'inevitabile stanchezza, dopo sei giorni di intense visioni. La nuova giornata del Torino Film Festival è stata all'insegna delle sperimentazioni e per questo ha visto in prima fila le proposte dalla sezione Onde, l'angolo dedicato alle opere di ricerca, curato da Massimo Causo con la collaborazione di Roberto Manassero.
La prima cartuccia sparata in apertura di giornata è il bel film francese Les gouffres (ovvero “Le voragini”), scritto e diretto da Antoine Barraud, nel quale è possibile ritrovare subito quegli smarrimenti e quelle “fughe e discese” evocate dai selezionatori nelle note di introduzione alla sezione. Protagonista è infatti una donna che, in una non meglio precisata zona del Sudamerica, attende il ritorno del marito, apparentemente disperso dopo essersi recato a esplorare delle voragini scoperte di recente. Lo smarrimento diventa tanto sensoriale quanto panico ed elementale (tanto da far azzardare paragoni con il cinema del primo Peter Weir): il viaggio della donna nelle voragini del titolo è quindi sia reale che metaforico, e dona al film la caratura di horror metafisico, tutto giocato sull'asprezza degli ambienti, i corpi degli indigeni che sembrano abitare le cavità e un uso espressivo delle sfocature che restituiscono lo sfasamento percettivo dell'esperienza. Al film (di soli 65 minuti) è accostato il bel corto portoghese Os vivos tambem choram (“Anche i vivi piangono”), in cui un portuale di Lisbona sogna di fuggire in Svezia. Ci riuscirà? Anche in questo caso il viaggio si carica di slanci onirici, che ci restituiscono un bell'esempio di cinema libero e vitale. Una piccola folgorazione.
Restiamo sempre in Portogallo e facciamo un salto alla proiezione serale, che ha visto (sempre nell'ambito di Onde) protagonista Miguel Gomes, omaggiato da una personale, inaugurata da Tabu, suo ultimo lungometraggio già presentato a Berlino. Una sperimentazione sui codici espressivi del muto (immagine in bianco e nero, formato 4/3, dialoghi spesso sostituiti dalla sola voce narrante) per una storia densa e in bilico fra passato e presente. La struttura narrativa è infatti scissa in due storie ben distinte, che solo a un certo punto si capiranno essere collegate, e formano una tenera storia d'amore raccontata con i codici dell'avventura e financo del feulleiton. Ne viene fuori un film mosaico, composito pur nella sua apparente compostezza, e per questo molto interessante.
Cambiando completamente sezione, continuiamo però il viaggio nei film che rielaborano l'estetica del cinema muto con Blancanieves, fra le pellicole più apprezzate di questa edizione (la sezione è Festa Mobile, mentre il regista è Pablo Berger). Come si può intuire dal titolo, è la favola di Biancaneve, riveduta e corretta in salsa spagnola, tanto che stavolta il padre della fanciulla è un torero, così come i nani... e infine anche la stessa Biancaneve sfiderà il toro nell'arena per riannodare i fili di una vita messa in crisi dalla perfida matrigna - una strepitosa e magnetica Maribel Verdù che cattura fin dal nome: Encarna! Come lo stesso regista ha dichiarato, il progetto è di lunga data, ma si è potuto metterlo in piedi solo dopo il successo di The Artist, con cui presenta delle analogie. Ancor più dopo averlo visto in sequenza rispetto al rigoroso Tabù emerge infatti una certa tendenza alla “carineria” e all'esercizio di stile abbastanza fine a se stesso. Ad ogni modo, considerando la filiazione fiabesca, si può anche soprassedere rispetto a queste perplessità e constatare come la storia si segua comunque con piacere grazie a un ritmo brioso e a una messinscena elegante e priva di flessioni.
In questo percorso non cronologico, si arriva in fondo con le due pellicole dell'immancabile sezione Rapporto Confidenziale, dedicata a ossessioni e fobie. Nel primo caso abbiamo Smashed, di James Ponsoldt, che racconta il dramma dell'alcolismo. La prospettiva però presenta una novità: il punto non è mostrare (come al solito) il decadimento fisico dell'attrice di turno - nel caso specifico Mary Elizabeth Winstead, finalmente in un ruolo decente dopo tanti film inutili; al contrario, il punto sta nel mostrare la ricaduta della scelta di smettere di bere sull'ambiente circostante, sugli amici e i genitori che non capiscono e, paradossalmente, remano contro. In virtù di questa scelta il film si dimostra soprattutto la storia di una scoperta del proprio microcosmo e della propria identità dopo anni di “sballo” e di vita inerziale: va aggiunto, però, che l'impianto segue in maniera abbastanza puntuale i canoni del film “indie” americano, in un continuo andirivieni di ironia e serietà, personaggi tipizzati e una certa verbosità. Da vedere sapendo a cosa si va incontro.
Sul versante delle fobie invece c'è un'altra piccola folgorazione del festival, l'anglo-irlandese Citadel, di Ciaran Foy, in cui il giovane Tommy è perseguitato da misteriose figure che, dopo avergli ucciso la moglie, ora attentano alla vita della figlioletta. Sono esseri attratti dalla paura e per affrontarli Tommy dovrà imparare a convivere con il terrore che ormai connota la sua vita. Ad aiutarlo (forse) ci saranno un prete dai modi spicci e un bambino cieco. Al di là della “mitologia” che il racconto mette in piedi (e che presenta alcune incongruenze), il film ritrae molto bene il senso di annichilimento del protagonista e, nella parte finale, crea un'atmosfera da incubo carica di grande tensione, nonostante le evidenti ristrettezze del budget. Speriamo in una distribuzione italiana!

Os vivos tambem choram - trailer
Tabu - trailer
Blancanieves - teaser trailer
Smashed - trailer
Citadel - trailer

1 commento:

fabio ha detto...

Smashed mi ispira alquanto, Mary Elisabeth Winestead mi piace molto, sia esteticamente che come attrice, l'ho apprezzata molto come eroina nel prequel de La cosa e l'ho trovata azzeccata anche nell'horror/fantasy La leggenda del cacciatore di vampiri.
Sono proprio curioso di vederla in un film diciamo "serio" e non di puro svago, ho visionato alcune scene di Smashed da youtube, dove appunto sono state messe alcune clip e la sua performance sembra davvero ottima. Speriamo che esca in italia, magari anche solo home video, ma che almeno lo si possa visionare