"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

venerdì 20 aprile 2012

Lecce 2012: Day 3

Lecce 2012: Day 3

Ricominciamo da Napoli perché la giornata si apre nel segno del più gradito degli incontri stampa, quello con il geniale Terry Gilliam, che ci racconta il suo ultimo cortometraggio realizzato nel capoluogo partenopeo e il suo rapporto con la commedia dell'arte (a breve la trascrizione sarà online su Sentieri Selvaggi e sarà linkata anche qui). 
Il rapporto fra tradizione e modernità che Napoli incarna così bene è in fondo lo stesso che muove Gilliam, alfiere di un cinema visionario ma che predilige un approccio materico, che parta dal reale per elaborarlo in chiave fantastica. Siamo perciò in un territorio molto vicino a quello che genera le visioni di Ken Russell: l'omaggio al compianto regista britannico oggi spara peraltro ben due cartucce, a iniziare dal magnifico Tommy, che rinnova il piacere dell'autore per figure dal sapore messianico. 
Sebbene meno intrigante sul piano formale è però più gradita la riscoperta di Gothic, film poco visto, dimenticato e che ci consegna un horror a tinte oniriche, basato sulla celebre notte a Villa Diodati di Percy e Mary Shelley, ospiti di Lord Byron e che fece fermentare l'idea di Frankenstein. La compagnia si barcamena fra una tensione al trascendente e i fantasmi evocati dalle loro paure, in una struttura dall'impianto teatrale in cui si aprono visioni inquiete e capaci di smuovere il ritmo, regalandoci un'opera composita e affascinante. 
Il contrario di quanto accade a Caterina va in città di Paolo Virzì, insomma, proiettato per l'omaggio a Sergio Castellitto, che nelle stesse ore si prodigava nel suo primo incontro pubblico (avremo modo di tornarci nei prossimi giorni). Virzì è un autore in perenne oscillazione fra uno sguardo empatico verso i suoi personaggi e la tendenza assolutamente opposta a sfruttarli come macchiette di uno schema enfatico e qualunquista: nel caso specifico vince la seconda opzione e anche lo sguardo verso la città evocata sin dal titolo è antitetico a quello che sarebbe stato auspicabile. Napoli batte Roma, insomma, in una dialettica tutta interna al cinema del passato. Per le novità ci aggiorniamo a domani.

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