"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

mercoledì 27 aprile 2011

The Silver Screen

The Silver Screen

Una delle possibili etichette cui da tempo penso per il Nido è dedicata alle memorabilia cinematografiche, attraverso cui riflettere sull'apparato iconografico che circonda l'arte e l'industria dei film e che finisce inevitabilmente per confluire nel grande calderone dell'immaginario pop più o meno contemporaneo. E' l'effetto di quel particolare transfert che permette a ogni spettatore di sentirsi parte in causa del processo di creazione e fruizione di un film attraverso il possesso di un oggetto che riconduca ai fatti o ai personaggi visti sullo schermo. Materia che non merita di essere relegata agli uffici marketing e che diventa invece pane per collezionisti, ma anche semplici estimatori di quella che, nei suoi casi più virtuosi, diventa un'arte collaterale: basti pensare alla sapienza dei pittori che per decenni hanno realizzato i manifesti cinematografici.

A tal proposito, il primo appuntamento di questo nuovo spazio “Oggetti di cinema” è dedicato a una bellissima rubrica del sito Blu-ray.com - specializzato nel segnalare e recensire i film editati nel supporto per l'Alta Definizione - intitolata “The Silver Screen”. Si tratta di uno spazio aperiodico, gestito dal collezionista Robert Siegel, il quale, approfittando dell'uscita di un classico del cinema in formato Blu-Ray, ne ripercorre la fortuna attraverso la sua ricca collezione di memorabilia. Un esempio perfetto di come marketing, collezionismo e arte riescano a convivere in uno spazio capace di smuovere anche l'animo del cinefilo più scafato.

Allo stato attuale Siegel ha realizzato due interventi. Il primo è dedicato al capolavoro di Cecil B.De Mille, I dieci comandamenti, fiammeggiante rivisitazione della storia di Mosé, già portata sullo schermo dal regista nell'epoca del muto e che nel 1956 trova la sua definitiva consacrazione mitica. Gli splendidi colori della fotografia di Loyal Greegs, usati dal regista con sapienza pittorica di grande espressività (pensiamo alla sola immagine della mano nel cielo che simboleggia la discesa dell'Angelo della Morte), le scenografie sontuose, la recitazione solenne che diventa quasi astrattismo delle figure incarnata dalla magnifica dicotomia Charlton Heston/Yul Brinner... tutto in quest'opera ha il sapore del Mito e Siegel lo omaggia con una irresistibile raccolta di manifesti, foto di scena, splendidi artwork e approfondimenti sul cast artistico e tecnico. Un autentico tesoro ritrovato!
  

Il secondo appuntamento è invece dedicato a un film non meno monumentale e parte della ricca tradizione del cinema italiano: C'era una volta il west, capolavoro sulla Frontiera firmato dal compianto Sergio Leone. Il fatto che Siegel si occupi di un film italiano è interessante perché offre una interessante prospettiva sulla visione di un capolavoro da parte di uno spettatore lontano e, conseguentemente, la raccolta di memorabilia oscilla fra differenti realtà, in una logica transnazionale che riecheggia la natura universale del cinema. Troviamo così poster americani, tedeschi, slovacchi, giapponesi e naturalmente italiani, foto di scena, una simpatica caricatura di Ennio Morricone e anche una rara immagine dell'attore Al Mulock, morto suicida sul set. Un viaggio nella memoria del cinema e della promozione, che ben si sposa all'intento elegiaco caro allo stesso Leone. C'è di che aspettare con ansia i futuri aggiornamenti!


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