Reed Richards (ovvero Mr. Fantastic) e Susan Storm (la Donna Invisibile) stanno finalmente per sposarsi, ma la Terra è minacciata da un nuovo pericolo: un alieno dal corpo argenteo che viaggia per le immensità dello spazio a bordo di una tavola da surf minaccia infatti di disintegrare il pianeta entro otto giorni, come ha già fatto con altri mondi. L’esercito chiede quindi ai Fantastici 4 di intervenire e li costringe a collaborare con il loro acerrimo nemico Victor Von Doom (il Dottor Destino)! Ma il Silver Surfer non è il vero Distruttore, svolge il compito di araldo stellare per una malvagia entità cui ha consegnato la sua vita per salvare il suo pianeta e la donna che ama…
Non c’è dubbio che un sequel come I Fantastici 4 e Silver Surfer sia penalizzato dalle scelte adottate in origine per il suo disastroso predecessore, reo di avere banalizzato il fumetto epocale di Stan Lee e Jack Kirby, vera matrice del classico paradigma dei “supereroi con superproblemi”. Nelle intenzioni dello staff di realizzatori (che peraltro vede anche partecipare nomi importanti come lo stesso Stan Lee e Chris Columbus, quali produttori escutivi, e lo sceneggiatore Mark Frost, celebre per la collaborazione al serial Twin Peaks) l’intenzione era quella di creare un brand dal taglio più solare e scanzonato attraverso la formula non del kolossal, ma del racconto seriale di matrice televisiva, evidente soprattutto nella (discutibile) scelta del casting (il Julian MacMahon di Nip/Tuck, il Michael Chiklis di The Shield e la Jessica Alba di Dark Angel). Anche la regia è stata pertanto affidata non a un nome di grido, ma a un autentico carneade come Tim Story, riciclatosi come director dopo aver visto fallire una carriera nel campo della musica in seguito alla morte violenta di un collega.
Il pessimo risultato del primo film, abborracciato e banale, ha comunque portato a un secondo capitolo di livello certamente più dignitoso, complice l’introduzione del più bel personaggio mai sfornato dalla ricca scuderia Marvel: Silver Surfer! La figura solitaria e malinconica di questo viandante delle stelle, nel cui tragico destino si riflette la disillusione di un’epoca di ideali infranti, trova nella caratterizzazione eccellente dell’ottimo Doug Jones (l’Abe Sapiens di Hellboy) e nella bella voce di Laurence Fishburne una perfetta controparte, tanto che il suo aspetto fiero e autorevole è da solo in grado di reggere la fragile architrave del film. La regia di Tim Story dal canto suo si limita a servire la storia, evitando le implicazioni più complesse dello stesso personaggio (in particolare la sua evidente caratura cristologica) ma per una volta si rivela funzionale nel riprodurre lo stile della serialità televisiva, molto asciutto e attento a valorizzare i caratteri principalmente attraverso la forza dei dialoghi.
La sinergia con la sceneggiatura di Frost, permette quindi una esplorazione delle dinamiche comportamentali interne ed esterne al gruppo dei Fantastici 4, che produce esiti interessanti. In particolare è degna di nota la polarizzazione del testo sui concetti di apparenza e sostanza, che contestualizza la natura di personaggi pubblici dei quattro supereroi e i loro dubbi circa la capacità di formare una micro-comunità coesa, dove i ruoli sono in continua via di definizione e le dinamiche affettive sono improntate a ogni possibile variante (amore fraterno, amicizia, legame di coppia, rapporto fra una figura più infantile e altre maggiormente responsabili e vicarie dei genitori). La figura argentata del Surfer si inserisce quindi all’interno di un quadro dai contorni sfumati dove è necessario cercare un compromesso fra la visibilità dell’icona e i suoi più intimi desideri, sintetizzati dalla frase di Johnny Storm su come si vorrebbero trascorrere gli ultimi minuti di vita. Ecco quindi che la minaccia di portata globale costringe il quartetto a definire i confini dell’azione reciproca e a rompere il giogo fatto di piccole ripicche reciproche o di scontri con gli avversari più consueti (come avviene con il Dottor Destino che, non comprendendo affatto il pericolo in atto, pensa unicamente al proprio tornaconto).
Ovviamente il discorso si fa tanto più interessante quanto più riesce ad “uscire” dai confini della pagina scritta per essere elaborato visivamente, attraverso una serie di elementi iconici che vanno dall’invisibilità di Sue, al gioco di mascheramenti/smascheramenti del Dottor Destino (che ritrova il suo aspetto di villain quando finalmente riesce a raggiungere il suo scopo e ad ottenere il potere del Surfer) alla cecità di Alicia Masters, l’unica che riesce a “vedere” davvero la sostanza delle persone che ha accanto. Pertanto i singoli eroi capiscono l’importanza del gruppo, superando non solo le singole debolezze (più evidenti in Reed e nel suo conflittuale rapporto con il Generale Hagler), ma anche i propri limiti, come accade con il più vanesio e scavezzacollo Johnny che, attraverso il contrappasso dello scambio di poteri comprenderà il pericolo di essere rifiutato dai suoi cari: non a caso con il ritrovarsi finale del gruppo proprio a lui saranno delegati i poteri di tutti per affrontare la battaglia con il Dottor Destino.
Temi e schemi narrativi che in controluce lasciano quindi intravedere spiragli delle potenzialità insite nella “superfamiglia” Marvel. Il resto è un film semplice e godibile, indiscutibilmente superiore al predecessore, che peraltro offre l’opportunità di rivedere in formato Live Action alcune pagine memorabili del fumetto originale, come il furto della tavola del Surfer da parte del Dottor Destino, in passato trasposto anche in animazione.
I Fantastici 4 e Silver Surfer
(Fantastic 4: Rise of the Silver Surfer)
Regia: Tim Story
Sceneggiatura: Don Payne e Mark Frost
Origine: Usa, 2007
Durata: 88’
Intervista a Jessica Alba e Chris Evans
Sito ufficiale americano
Scheda di Wikipedia sui Fantastici 4 (fumetto)
Scheda di Wikipedia su Silver Surfer (fumetto)
3 commenti:
Sarei d'accordo sul fatto che questo sia superiore al primo, ma il primo non mi è sembrato pessimo.
Interessante, perché non ne scrivi da te così ci confrontiamo?
Oddio, il primo motivo è che dovrei rivederli entrambi-- Mi piacerebbe anche, anche perché son film molto "rilassanti" e divertenti, ma al momento non ho la cosa in programma-- Magari più in là, volentieri.
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