In realtà, restando ai fatti, quello che è evidente è che l’operazione intrapresa dalla Marvel volge al momento verso una principale direzione, ovvero la realizzazione di un progetto composito che partendo dai singoli titoli conduca, entro il 2011, a un film dedicato ai Vendicatori: il controllo esercitato quindi dalla casa madre sembra finalizzato soprattutto a mantenere l’omogeneità stilistica, ritmica e ovviamente il sistema di riferimenti interni che porti alla fine tutte le pellicole a potersi considerare come parte di un'unica saga.
In questo senso è interessante notare come Iron Man e L’incredibile Hulk possiedano nei fatti tale omogeneità e dimostrino anzi una specularità che costituisce il loro maggiore motivo d’interesse: a livello eminentemente spettacolare, infatti, sebbene siano comunque molto godibili, è palese una certa “rigidità d’azione” che rende i due film privi di particolari guizzi e li colloca anzi nel pur nobile territorio dei B-Movies (concettualmente se non proprio finanziariamente).
Siamo infatti di fronte a due pellicole che mettono in scena un conflitto tra l’uomo occidentale e l’uso distorto della tecnologia da egli stesso perpetrato: estroflesso nel caso di Tony Stark (costruttore di armi che si rende conto di aver alimentato il mercato del terrorismo ufficialmente da lui combattuto) introflesso per Bruce Banner, che patisce sul suo stesso corpo le conseguenze dell’uso scriteriato della scienza bellica. Proprio la specularità dei due personaggi permette agli stessi di poter settare su livelli differenti anche il tono delle rispettive pellicole: Iron Man è infatti un film ironico, con un protagonista carismatico e un po’ sopra le righe (complice la calzante caratterizzazione fornita da Robert Downey Jr.), che suscita l’empatia nello spettatore attraverso le sue battute ma anche mediante la potenza che immediatamente suscita la sua avveniristica armatura. Tale e tanta è questa forza che infine Stark può anzi permettersi di vivere tranquillamente la sua doppia vita rivelando al mondo la propria identità segreta.
Viceversa Banner è all’opposto un antieroe tragico, vessato da un potere che è anche una maledizione ed è costretto a nascondere la propria doppia natura al mondo, riverberando quella condizione già enunciata nel celebre telefilm di fine anni Settanta: da questo punto di vista va anche aggiunto che tra i due lavori L’incredibile Hulk è anche quello progettualmente più delicato e complesso, poiché alla necessità di costruire un ulteriore tassello verso la realizzazione della saga dei Vendicatori si accompagna anche il dovere di creare un ponte con la memoria degli spettatori attraverso gli intrecci con l’appena citata serie tv; inoltre il film è attento a capovolgere i presupposti enunciati dalla precedente e controversa trasposizione di Ang Lee, anche a parere di chi scrive velleitaria e afflitta da un formalismo alquanto autocompiaciuto, oltre a una pessima gestione delle scene d'azione.
Quello che dunque si presenta a noi è un sequel/non sequel, comunque abbastanza autonomo rispetto al film precedente, che palesa anzi in maniera più diretta la propria natura di pellicola commerciale: l’intento si fa evidente soprattutto nell’utilizzo degli effetti speciali, con un Hulk digitale e smaccatamente irrealistico che nello scontro finale con il crudele Abominio è consapevole dei propri limiti e delle possibili derive nel ridicolo (che la seriosità del film di Ang Lee rendeva invece involontario e perciò più grave, si pensi alla risibile scena dei cani). Pertanto il duello riecheggia l’aura fracassona e ludica dei combattimenti fra King Kong e Godzilla cari al cinema fantastico giapponese, risultando onesto e a suo modo divertente. Il rimando a Kong è anche esplicitato nei duetti fra Hulk e Betty Ross, che sanciscono la natura archetipica del mostruoso personaggio.
Meno problematica da questo punto di vista è invece la gestione dell’azione da parte di Iron Man, dove pure il finale mostra un duello fra l’eroe e una nemesi a lui perfettamente speculare (Iron Monger) che anche in questo caso ribadisce catarticamente gli intenti e l’uso consapevole e responsabile del potere da parte dell’eroe (secondo la regola cara all’universo Marvel).
Ora non resta che rimanere ad aspettare gli ulteriori capitoli della saga, Thor, forse Ant-Man, fino al titolo certamente più ambizioso del lotto: Capitan America.
Iron Man: intervista a regista e cast
Iron Man: intervista a Robert Downey Jr.
Iron Man: sito ufficiale italiano
Iron Man: sito ufficiale americano
Pagina di Wikipedia su Iron Man (fumetto)
Incredibile Hulk: intervista a Louis Leterrier
Incredibile Hulk: sito ufficiale italiano
Incredibile Hulk: sito ufficiale americano
Pagina di Wikipedia su Hulk (fumetto)
Pagina di Wikipedia su I Vendicatori
1 commento:
Nonostante il comic-movie non sia propriamente il mio genere, Iron man mi è piaciuto molto, merito forse anche di una bella e frizzante sceneggiatura nonchè del mitico e adorabile Robert Downey Jr. L'Hulk di Ang Lee invece lo trovai davvero irritante e inguardabile. Questo nuovo mi incuriosisce, se non altro per il cast.
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