Il video che da ormai due settimane compare nel consueto spazio dedicato alle Visioni dalla Rete, mostra uno spot pubblicitario realizzato per promuovere l’arruolamento nell’esercito di Taiwan. Come si può notare spicca la presenza, all’interno di quello che è un vero e proprio cortometraggio, di alcuni robot chiaramente ispirati ai Transformers del film realizzato nel 2007 da Michael Bay, e tornati quest’anno sul grande schermo con il sequel La vendetta del Caduto (che proprio in questi giorni arriva in DVD e Blu-Ray in America, da noi l’uscita è prevista per il 3 novembre).
L’impatto spettacolare garantito dalla presenza dei giganti meccanici rende il tutto estremamente cinematografico e peraltro è facile rendersi conto di come la scelta dei tempi e delle musiche, nonché di alcuni tagli di inquadrature, fino ad arrivare a palesi citazioni nei movimenti degli stessi robot (basti considerare quello che capriola sul campo di battaglia), riecheggi in maniera precisa gli stilemi visivi dei due film di Bay, con tanto di apparizione finale del bambino che riconduce la guerra a una dimensione di “gioco”, in modo da rendere la carriera militare come una affascinante prospettiva per i più giovani.
In sé questo può apparire, a seconda di quanto spiccato sia il proprio antimilitarismo, come una pericolosa deriva glamour dell’immaginario bellico (componente peraltro presente anche negli stessi film di Bay) oppure come un interessante incrocio di immaginari: a questo proposito, infatti, chiunque abbia avuto mai occasione di vedere uno dei video promozionali che le stesse forze armate italiane usano per propagandare la loro immagine e per motivare i giovani all’arruolamento, si sarà subito reso conto di come essi traggano notevole ispirazione dalle pellicole cinematografiche in cui emerge una componente militarista alquanto spiccata (un esempio possono essere i sequel di Rambo). L’azione è drammatizzata da un uso enfatico delle musiche e l’idea che si restituisce è quella di una macchina efficiente e potente, un organismo perfettamente funzionante del quale è invitante fare parte.
Agganciare dunque la promozione militare alle pellicole dei Transformers non appare un’operazione peregrina e sicuramente l’appassionato può trarne un superficiale divertimento, oltre che una testimonianza del favore che attualmente circonda i robot della Hasbro, di nuovo al culmine della popolarità dopo un periodo di appannamento. Questo passaggio è interessante anche perché ci porta a un successivo incrocio di immaginari, ricordandoci che, in realtà, i robot in questione hanno già sfruttato il veicolo pubblicitario per riverberare la propria fama. Il riferimento è agli spot realizzati per le automobili della Citroen: ricorderete tutti, infatti, il celebre commercial in cui il modello C4 assumeva forma robotica per poi lanciarsi in un divertito ballo, rompendo così la monotonia della sua stasi in un vuoto parcheggio.
Lo spot in questione, risalente al 2004, vanta la regia di Neill Blomkamp, regista sudafricano giunto di recente agli onori della cronaca per la regia dell’interessante ma confuso film fantascientifico District 9. Abbiamo quindi un autentico ribaltamento di segno del percorso sin qui descritto: la seriosità del bellicismo cinematografico di Bay (plaudita dagli stessi generali delle forze armate americane, che hanno vantato un'impennata negli arruolamenti proprio grazie al successo di Transformers) trova un suo controcanto anticipatore nella demistificazione cara a Blomkamp, che sfrutta il robot non per rendere glamour l’estetica militare, ma anzi per evidenziare in maniera ancora più netta la natura ludica dell’idea originale, ovvero quella del veicolo che smette di essere una semplice macchina per assumere invece comportamenti e tic molto più vicini a quelli dell’essere umano. Se poi consideriamo come Blomkamp, con la sua pellicola d’esordio, abbia voluto porre in essere una riflessione metalinguistica sulla distanza fra reale e immaginario e fra gli stilemi di generi diversi, il discorso si ispessisce a apre la strada a riflessioni ancora più profonde e interessanti sui possibili cortocircuiti sensoriali che questo percorso offre.
Restiamo però al fulcro del discorso: lo spot della Citroen C4 (che si vocifera peraltro abbia fornito non poche idee proprio a chi, a Hollywood, avrebbe poi realizzato il primo Transformers) ha dato infatti vita, nel tempo, ad alcuni sequel che accentuano la componente ludica dell’idea, mostrandoci, ad esempio, un Transformer pattinatore o corridore, fatto che di per sé rivendica in ogni caso l’intenzione di collegare il concept estremamente duttile del robot trasformabile a una idea sempre dinamica e vitalistica. In questo senso la distanza con lo spot taiwanese si assottiglia perché, se diversi sono i contesti, simili sono gli intenti, che mirano a smussare possibili derive problematiche per evidenziare esclusivamente gli aspetti positivi e divertenti del “prodotto” che si intende promuovere.
A rimarcare dunque il solco ci pensa l’imprevedibilità degli appassionati, contaminati da questo immaginario che la pubblicità sparge nel presente, e che affrontano la questione attraverso i codici narrativi dei fan-film. Pertanto gli spot Citroen vengono omaggiati da alcune divertenti parodie in cui vediamo autentici rottami travolti dalla foga della trasformazione o persino una enorme coccinella robotica improvvisare il celebre ballo, all’interno di uno spot collegato alla promozione del serial parodistico di MTV Emo Rangers (possibile rimando alle Beast Wars Transformers?). L’ironia e la demistificazione alla fine vincono la partita e rivendicano il proprio diritto a dire l’ultima parola.
Spot per l'arruolamento nell'esercito di Taiwan
Lo spot originale della Citroen C4
Versione estesa dello spot
Sequel con il Transformers pattinatore
Altro sequel con il robot corridore
Parodia 1: Fiat Transformers
Parodia 2: Citroen 2CV Transformer
Parodia 3: Emo Rangers Coccinella robot Transformer
Dietro le quinte dello spot originale (in inglese)
Pagina di Wikipedia su Neill Blomkamp
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