Facciamola finita
Jay Baruchel torna a
Los Angeles per fare visita all'amico e collega Seth Rogen, che, pur
sapendolo contrario, lo trascina a una festa. James Franco sta
infatti inaugurando la sua nuova casa e ha invitato un po' di gente
del cinema, che Jay non sopporta particolarmente. L'atmosfera viene
comunque interrotta da un catastrofico scatenarsi di eventi
apocalittici. Dopo che molti dei loro amici sono morti, Seth e Rogen
si ritrovano costretti a barricarsi a casa di Franco: con loro ci
sono anche Jonah Hill, Danny McBride, Craig Robinson e Emma Watson
(che poi li abbandonerà per il timore di essere violentata!).
Insieme il gruppo cerca di sopravvivere e capire cosa stia accadendo
all'esterno, ma deve anche affrontare le divisioni che oppongono i
vari membri dell'improvvisata compagnia.
C'è qualcosa che si
muove a Hollywood e, al solito, lo fa attraverso i percorsi della
commedia, sempre attenta a radiografare gli umori dei tempi che
cambiano, anche se poi lo si capisce troppo tardi (e in effetti in
pochissimi si stanno preoccupando di studiare il fenomeno, la maggior
parte invece preferisce il comodo sport della demolizione e della
sottovalutazione). Un film come Facciamola finita diventa
quindi importante già soltanto perché ci permette di avere sotto i
riflettori alcuni dei principali esponenti di questa neo-commedia: un
filone che si offre attraverso gag pesantemente orientate sui temi
sessuali e capaci di evocare la risata più crassa, secondo un
modello che possiamo facilmente ascrivere alla scuola umoristica di
matrice ebraica (basti pensare alle classiche e demenziali parodie di
Zucker-Abrams-Zucker); ma anche un genere che affonda i denti nei
temi dell'esistenzialismo più crepuscolare, complice una generazione
di quarantenni “perduti” e inclini a riflettere sulla propria
identità umana, culturale e sociale. La figura cardine del movimento
è senz'altro il regista e produttore Judd Apatow, qui totalmente
assente, ma che ha lanciato (o comunque consolidato) alcuni dei volti
che nel film ritroviamo, come Seth Rogen, Jonah Hill e James Franco.
Alle spalle del film c'è comunque un cortometraggio rimasto inedito,
Jay and Seth versus the Apocalypse, scritto da Seth Rogen e
Evan Goldberg (autori di questa versione “lunga”), insieme a
Jason Stone che ne aveva poi firmato la regia.
Il tono è insomma quello
da ultima occasione per un gruppo di amici che devono esplorare le
reciproche interazioni, ma allo stesso tempo è anche quello del
nonsense sfrenato che unisce alle gag a raffica (con un forte
e costante odore di improvvisazione) parecchie strizzatine d'occhio
cinefile, tali da far assumere all'insieme una natura proteiforme: un
po' commedia, un po' fantasy, un po' articolata riflessione sui topoi
del sottogenere preso in esame (nel caso specifico l'horror
apocalittico), tanto che in alcuni momenti persino il fantasma della
già citata ZAZ fa capolino (la parodia de L'esorcista). Se
volessimo comunque tracciare un parallelo più spontaneo, questo
sarebbe da rintracciarsi nei capolavori inglesi di Edgar Wright (il
quale – guarda un po' il caso – quasi contemporaneamente gira un
film intitolato The World's End...). Quasi uno Shaun of the
Dead in salsa ebraica, insomma, e non ci stupisce quindi che a un
certo punto qualcuno citi anche gli zombi, anche se poi si ripiega su
temi biblici più tradizionali (con tanto di spettacolari demoni ed
effetti speciali a tratti molto ben elaborati).
Data una simile mole di
influenze, e considerato l'entusiasmo contagioso che il continuo
avvicendarsi di situazioni, colpi di scena e trovate assurdamente
spettacolari pongono di fronte ai nostri occhi, Facciamola finita
finisce quindi naturalmente per rientrare spontaneamente nei
territori e nei temi dell'identità cari a questi esponenti della
commedia: l'interazione fra i personaggi non fa infatti venir meno un
gioco di rispecchiamenti fra la dimensione privata degli stessi, con
le rispettive amicizie e rivalità, e la loro natura di icone
pubbliche, dove uomo e personaggio coincidono (ognuno interpreta se
stesso) e ogni figura è tipizzata secondo uno schema che è
naturalmente di fiction (lo
“strafumato”, l'ossessionato dal sesso, l'icona gay, il bravo
ragazzo un po' artificioso e via citando). L'avventura apocalittica
diventa quindi davvero l'occasione per riflettere sul senso di
appartenenza a un mondo che si prende in giro con irriverenza e senza
fare sconti a nessuno (vengono anche citati i rispettivi insuccessi
commerciali e artistici), giocando spesso sulla sovrapponibilità fra
amicizia virile e omosessualità latente, e che in ultima istanza
riesce a trovare la sua coesione in virtù di una serie di valori
unificanti e un senso dell'amicizia che permetta di uscire dalla
propria dimensione individuale
per ricomprendere anche l'altro da sé.
Un percorso di formazione di un gruppo, insomma, perfetta cerniera
fra gli opposti forniti da realtà e fiction, tale da rendere i
personaggi degni di salvarsi e ascendere così al futuro livello (e
non a caso tutto parte con una partita ai videogame...).
La
ragnatela delle relazioni che uniscono o dividono queste figure,
riesce perciò a mettere a nudo l'umanità nascosta dietro il ruolo
“pubblico” dei personaggi/attori, descrivendo una serie di
rapporti affettivi che ci portano nei territori di un'altra
importante figura della scena indipendente contemporanea: quella di
Kevin Smith, da alcuni chiamato in causa per alcuni parallelismi con
il suo Dogma e per la
capacità di mescolare una profonda componente umana con i meccanismi
del cinema spettacolare più puro. Il che significa che a “farla
finita” non è soltanto un complesso schema di relazioni che
descrivono una mappa allargata della scena indipendente
contemporanea, ma anche il puro piacere della visione che il film
naturalmente riesce a regalare. Che lo si veda dal versante più
complesso e “teorico”, o da quello del semplice divertimento,
Facciamola finita
resta un film entusiasmante!
Facciamola finita
(This is the End)
Regia e sceneggiatura:
Seth Rogen, Evan Goldberg (basato sul cortometraggio Jay and Seth
versus the Apocalypse di Jason Stone)
Origine: Usa, 2013
Durata: 106'
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