"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

lunedì 31 marzo 2014

Captain America: The Winter Soldier

Captain America: The Winter Soldier

Dopo i fatti di New York (visti in Avengers), Captain America continua le sue missioni per lo SHIELD, ma è sempre più insofferente alle macchinazioni poco pulite dei superiori: ora è al varo il nuovo progetto Insight, pensato per lanciare attacchi preventivi dal cielo contro i nemici, attraverso una rete di satelliti spia e Helicarrier. Gli eventi precipitano quando Nick Fury muore in un attentato ordito da un misterioso assassino, il Soldato d'Inverno, e viene poi accusato post-mortem da Alexander Pierce (alto ufficiale dello SHIELD e anello di congiunzione con il Consiglio di Sicurezza Mondiale), di spionaggio contro la stessa organizzazione, a causa di alcuni file rubati durante un'operazione in cui era coinvolto lo stesso Captain America. Giocoforza, anche il Capitano viene perciò accusato di tradimento e diventa un fuggiasco. Con l'aiuto di Vedova Nera e del nuovo amico Falcon, l'eroe scopre che dietro tutta l'operazione è in atto una montatura dell'Hydra, ancora in gioco e ansiosa di usare il progetto Insight per ottenere finalmente il comando del mondo. Nel frattempo si snoda il confronto con il Soldato d'Inverno, la cui identità è sepolta nel passato dello stesso Captain America.


Superata la fase di rodaggio, il progetto cinematografico dei Marvel Studios inizia a favorire finalmente esperimenti complessi e in grado di riflettere tanto sulle caratteristiche di ogni personaggio - nell'ottica dello sviluppo singolo e in rapporto alla costruzione di un universo condiviso - quanto sulle possibilità di usare il materiale d'origine per più elaborate trasfigurazioni della realtà. La matrice può essere ricercata negli X-Men di Bryan Singer, ma, per restare ai titoli gestiti direttamente dallo Studio (i mutanti sono un franchise della 20th Century Fox), il punto di snodo va individuato nel maltrattatissimo Iron Man 3, coraggioso esempio di operazione che scavalcava addirittura il fumetto originale, creando una mitologia più "realistica" sulla società che ha bisogno di generare i propri demoni per nascondere gli intrighi cari ai poteri forti. Captain America: The Winter Soldier prosegue su questa scia ma lo fa cercando di mantenere la dialettica con il materiale cartaceo a un livello più paritario.

Ciò che si offre allo spettatore è dunque uno spettacolo articolato sul confronto con il tempo. Tema di per sé inevitabile data la natura assolutamente paradigmatica di un eroe sbalzato fuori dalla sua epoca e trapiantato in un contesto nuovo. Lo sfasamento temporale di Captain America in rapporto al nuovo mondo, genera perciò quello che si rivelerà un enorme ricorso storico. Tanto l'eroe è apparentemente inadeguato rispetto a un tempo che ha smarrito il manicheismo dello scontro fra gli Alleati (i buoni) e l'Asse Nazista (i cattivi), quanto il mondo stesso si rivela più velatamente “congelato” (e il termine è quanto mai calzante) in una dinamica dove, dissipata la coltre degli intrighi, si profilano gli scheletri dei vecchi amici e nemici: dunque libertà (simboleggiata da Captain America) contro oppressione (incarnata dall'Hydra). L'intera vicenda può così essere vista come un'enorme riflessione metatestuale sul tema del bisogno di eroismo in un'epoca dove i valori non sono morti, ma risultano unicamente scambiati di posto – e in quest'ottica “al rovescio” si pone anche il ruolo spiazzante di nemico per un attore iconicamente “buono” come Robert Redford. Anche per questo, la figura di Captain America è sì messa in discussione, passando da simbolo virtuoso a ricercato, ma non è mai problematizzata in sé (il personaggio, infatti, mantiene sempre la sua tempra e il suo ottimismo), dribblando le facili accuse di revisionismo (alla Iron Man 3 proprio...).

Il terreno su cui si muovono i registi Anthony e Joe Russo è dunque impervio: c'è una continuity da portare avanti in un universo in perenne divenire (e infatti non mancano le accuse di lavorare sulla parte pensando al tutto), i riferimenti cartacei da rispettare per non incorrere nelle ire degli appassionati, le strizzatine d'occhio cinefile per il grande pubblico (ancora Redford, usato per ribadire la filiazione dagli spy-thriller anni Settanta), ma su tutto riesce a prevalere la forza narrativa che sa mantenere una problematicità rispetto al mondo reale. Le implicazioni della storia sono infatti complesse: se l'eroe esce a testa alta dalla battaglia, è il mondo intorno a lui a esibire il peggio di sé, chiamando in causa gli errori di un'umanità che cede troppo facilmente ai timori e alle lusinghe del totalitarismo, creando da sola il presupposto per la propria infelicità. Il prezzo di avere un eroe che sia utile si paga dunque amaramente.

Tutto questo è modulato all'interno di una struttura che, per quanto globale nelle implicazioni “politiche” e per la mitologia interna alla serie (con un finale che spariglia le carte e lascia parecchia curiosità sui nuovi scenari che si andranno a profilare) è comunque articolata sui problemi di singoli personaggi. Ecco dunque che il grande complotto mondiale trova la sua risoluzione in dinamiche personali che chiamano in causa gli affetti. L'uomo dietro la maschera di Captain America riverbera così la propria umanità costruendo un tessuto emotivo che esiste attraverso gli amori del passato (la vecchia fiamma Peggy Carter, ormai anziana), le amicizie perdute (il compagno di avventure Bucky), i nuovi alleati (Falcon, anch'egli “fuori tempo” in quanto veterano), in un panorama pure ondivago: se infatti il simbolo eroico non è messo in discussione, il panorama umano su cui l'icona agisce è comunque sempre ammantato dall'ombra dell'incertezza circa il chi potersi fidare e la ricostruzione del mondo dovrà necessariamente partire dalla possibilità di formare nuovi e più duraturi legami.

E' questo continuo scambio fra livelli, tempi, media e personalità a dire insomma del fascino di una pellicola che, insieme a un ritmo sostenuto e privo di reali tempi morti, riesce a esibire una cifra più sostanziale, finora troppo appannata dal contesto industriale in cui nascono simili progetti. Forse un cinefumetto di qualità, che sia Cinema prima ancora che mera trasposizione, è ancora possibile.


Captain America: The Winter Soldier
(id.)
Regia: Anthony & Joe Russo
Sceneggiatura: Christopher Markus e Stephen McFeely
Origine: Usa, 2014
Durata: 136'

2 commenti:

myers82 ha detto...

sono andato a vederlo giusto ieri, davvero fico ;-) il primo non mi aveva detto molto, ma questo è stato davvero una bella sorpresa, mi è parso anche uno dei più "cupi" del filone dei Marvel, poi Redford e il suo personaggio son troppo ganzi.

Promosso senza dubbio

Sciamano ha detto...

Bella recensione "interiore" sul personaggio Cap e il contesto in cui si muove che rischiano di essere oscurati dalle continue (ma di alto livello)scene d'azione. Gran film.