Torino 2014
In un'annata che sembra aver rappresentato una sorta di “resa di conti” per molti grossi festival nazionali (si vedano le critiche al programma veneziano e le polemiche su Roma, con Marco Muller che ha annunciato di considerare chiusa l'esperienza di direttore), il Torino Film Festival si presenta con la forza della continuità. La direzione passa ufficialmente a Emanuela Martini, dopo vari anni spesi sul campo come coordinatrice generale, e il programma è ricco di titoli (quasi 200), con nomi di qualità (Woody Allen, Susan Bier, Tommy Lee Jones, Bruno Dumont, fino a Jerry Schatzberg che firma il manifesto, visibile qui sopra), come sempre cercando di tenere insieme un'appetibilità “popolare” con una selezione non banalmente glamour.
Non tutto è oro ciò che
luccica, in ogni caso, visti i problemi di budget che hanno portato
alla limitazione delle sale, ma è chiaro come Torino cerchi di
difendere un'autonomia artistica guadagnata sul campo e che ha
portato ad assorbire anche bene gli scossoni del 2006, quando la
manifestazione fu investita dalle polemiche per il cambio del gruppo
di lavoro: la nuova squadra è ormai rodata e ha saputo mantenere le
caratteristiche del festival, anche in rapporto a un mercato che
diventa sempre più esigente nelle aspettative e avido nelle risorse.
Come sempre grande
attenzione anche alla sezione di ricerca di Onde, che apre con il
nuovo film di Eugene Green, già protagonista, nel 2011, di un
indimenticabile omaggio. E poi i vari spazi retrospettivi, a
cominciare dalla seconda parte del “viaggio” nella New Hollywood,
dopo l'entusiasmante appuntamento dell'annata 2013. Difficile anche
solo scegliere un singolo titolo fra i tanti realizzati in
quell'irripetibile stagione, ma per chi scrive si prospetta
finalmente la realizzazione di un sogno, con la proposta dei primi
film di Steven Spielberg, Duel e il leggendario Lo squalo,
saggiamente proposti insieme per mostrare la continuità di un
talento indipendente che, senza colpo ferire, è poi transitato
direttamente nei gangli degli Studios rivoltandoli dall'interno!
Lo sguardo al passato,
dopotutto, serve proprio per offrire una maggiore consapevolezza
verso quegli scenari futuri che la manifestazione piemontese ha da
sempre così a cuore. Anche per questo, la proposta di classici non
ci si esaurisce nella retrospettiva “ufficiale”. A molti
cinefili, l'edizione 2014, offrirà infatti l'occasione di rivedere
(o, in molti casi, vedere per la prima volta) sul grande schermo
alcuni capolavori assoluti in edizione restaurata, come Il
gabinetto del dottor Caligari, Via col vento, Allegro
non troppo e Profondo rosso. Basta un simile poker d'assi
per farci desiderare di essere già a Torino. Ci si vede in sala!
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