"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

martedì 31 maggio 2011

Armando Bandini: il volto dietro la voce

Armando Bandini: il volto dietro la voce

Un signore di mezza età corre trafelato per recarsi alle Poste. Sembra la cosa più facile del mondo, ma il caso vuole che quei pochi metri che separano casa sua dall'ufficio postale lo portino a incrociare conoscenti che non vedeva da tempo, costringendolo così a fermarsi e rendendo quel facile impegno una autentica avventura sul filo dei minuti prima della chiusura degli sportelli: a chi non è mai capitato in fondo? Mi piace ricordare Armando Bandini con questo sketch, che in realtà era uno spot pubblicitario: il ruolo era infatti quello di un cittadino qualunque che doveva correre a rinnovare l'abbonamento Rai. Roba di pochi anni fa, francamente non ricordo con precisione quando. Ma sicuramente ricordo il piacere di rivedere sullo schermo uno dei pochi e meno conosciuti caratteristi del nostro cinema, spesso ridotto a figura di contorno in pellicole come Don Camillo monsignore ma non troppo o Il mantenuto di Ugo Tognazzi.

Il fatto che sia questa l'immagine che per prima associo a Bandini non è casuale: evoca infatti due sentimenti opposti. Da un lato il talento dell'attore comico che riesce a imbastire una situazione divertente partendo da presupposti poco elaborati. Dall'altro la familiarità e il clima di quotidiana consuetudine evocato da una situazione-tipo come l'essere in ritardo a un appuntamento o il dover svolgere un compito mentre il tempo scorre troppo in fretta. Una situazione che, dunque, abbatte lo steccato fra l'attore e l'uomo qualunque e permette a una persona speciale (come era Bandini) di sviluppare quella mimesi che le permette di essere credibile nei panni del semplice cittadino.

Come hanno ricordato alcuni suoi colleghi, infatti, Armando Bandini aveva la vocazione del caratterista e, in contesti diversi, magari sarebbe riuscito a emergere con maggior forza: la sua particolare voce profonda ma al tempo stesso nasale era infatti l'ideale per colorare caratteri comici, unitamente alla sua figura minuta e allo sguardo sempre un po' spaesato capace di suscitare immediata simpatia nel pubblico. Una personalità in bilico, insomma, che dalla forza degli opposti traeva la sua ragione d'essere e il punto di forza.

Proprio la voce è rimasta comunque la sua arma vincente, al punto che a dargli maggiore notorietà presso il grande pubblico è stato alla fin fine il doppiaggio, dove aveva potuto mettere a frutto le caratteristiche di quel timbro così particolare, in accordo con la sua capacità di creare personaggi dal grande talento comico. Lo ricordiamo perciò come ultima voce del Barney de Gli antenati, come prima del Rigel di Goldrake, come controllore del Galaxy Express 999, fino al suo ultimo ruolo, quello di Mr. Piccolo in Porco Rosso di Hayao Miyazaki, che aveva interrotto una lunga assenza dal leggio delle sale doppiaggio.

Peraltro va ricordato come Bandini sia stato particolarmente attivo nei primi anni del cosiddetto “doppiaggio libero”, quando il mercato si aprì alla possibilità di utilizzare società “minori” e gli stessi attori non erano più vincolati ad essere soci delle maggiori cooperative. Ecco dunque che ritroviamo il nostro nei contesti più svariati, dal blockbuster Superman di Richard Donner al poverissimo Virus di Bruno Mattei, ai cartoon Disney, fino agli anime giapponesi, che all'epoca venivano importati e doppiati in fretta. Lo stesso peraltro si ritrova nella sua carriera cinematografica che, accanto ai nomi di Dino Risi o Alberto Lattuada, annovera anche partecipazioni in classici stracult come Giovannona Coscialunga o E' arrivato mio fratello.

Sintomo di un talento che si sprecava? In realtà no, perché a scorrere l'elenco delle sue partecipazioni (e dei suoi doppiaggi) ci si rende conto che non fu molto prolifico, non quanto la situazione di allora permettesse, e infatti resta storica una sua intervista in cui spiegava di aver anche rinunciato al doppiaggio di alcuni cartoni animati quando l'eco delle polemiche era diventata troppo forte. D'altra parte il mercato era quello che era e bisognava pur barcamenarsi e forse per questo negli ultimi anni il teatro era rimasto come la sua passione principale.

E così, in punta di piedi come sempre nella sua carriera, ci ha lasciato pochi giorni fa, tanto che la notizia della scomparsa si è diffusa in sordina. Spiace pensare che oggi lo dobbiamo ricordare in pochi. Ciao Armando.



2 commenti:

wayne ha detto...

Grazie per aver ricordato che in Italia abbiamo dei fantastici doppiatori che hano reso addirittura più belli alcuni film, senza nulla togliere agli amanti della lingua originale , sono stati i doppiatori a volte a migliorare un attore

Anonimo ha detto...
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