"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

lunedì 9 maggio 2011

Far West

Far West

Poco dopo aver scritto il precedente post dell'etichetta Oggetti di cinema, una felice coincidenza ha voluto che nella mia casella di posta elettronica arrivasse un comunicato sull'uscita di “Far West”, attenta riproduzione dell'orologio da tasca utilizzato nello splendido Per qualche dollaro in più di Sergio Leone.
 

Il primo pensiero è stato di curiosità: possibile che non ci avesse mai pensato nessuno? Probabilmente un orologio non è l'oggetto che si tende istintivamente ad associare a un genere come il western, che sicuramente già poggia sulla forza iconica delle “cose”, ma che porta inevitabilmente con sé un'eredità consolidata, fatta di ben altri elementi: pistole, speroni, cavalli, case o carri colonici. Nel caso di Sergio Leone (e del western italiano in generale) si potrebbero magari aggiungere i muli, il poncho, il sigaro, senza dimenticare elementi fortemente materici ma non altrettanto materiali (almeno per valore collezionistico): il fango, la polvere, il sole, quella rarefatta atmosfera di decadimento e morte che avvolge i villaggi dove si ambientano le storie. In tutto questo un orologio forse non era davvero il primo oggetto che saltava in mente.

Purtuttavia, a focalizzare meglio l'attenzione, viene in mente come non esista un oggetto più “leoniano” di questo: non perché il modello in questione si ritagli una certa importanza nella storia, quanto perché l'intero cinema di questo grande e compianto regista ha un rapporto privilegiato con il fattore “tempo”. La potenza estatica del western leoniano è sicuramente data dall'innalzamento a livello mitico delle icone elencate in precedenza, ma ciò diventa possibile grazie a una studiata sospensione temporale, che dilata i momenti e rende talmente rarefatte le pause da produrre quel piacere della visione che si consuma durante (né prima, né dopo) l'attesa per il momento annunciato. Tempo come punto di partenza e di arrivo, insomma, snodo fondamentale per misurare la distanza fra la concezione classica, “americana”, e quella di casa nostra.

Non è un caso, infatti, che l'oggetto in questione sia utilizzato proprio durante la scena finale del duello, culmine narrativo, tematico ed emotivo della storia, perennemente rimandato nel raggelamento dell'attesa (fattore che diventerà anch'esso determinante per tutto il western nostrano a seguire).

L'orologio “Far West” è realizzato da Boegli e riproduce anche la meccanica originale: quando si solleva il coperchio, infatti, si attiva un meccanismo musicale che ripropone il leitmotiv del film. L'esemplare, va da sé, non è per tutti: la riproduzione è infatti limitata a soli 99 esemplari numerati.

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