Animeland – Racconti
tra manga, anime e cosplay
La storia è nota:
l’arrivo dei cartoni animati giapponesi sulle nostre emittenti,
alla fine degli anni Settanta, ha marcato un “prima” e un “dopo”
nella storia del costume italiano, creando un legame fortissimo con
un pubblico ben definito – principalmente quello dei più giovani,
maggiormente attenti e ricettivi rispetto alla “novità”. Un
amore che ha resistito al tempo e che ha assunto, negli anni, varie
forme: c'è il collezionismo dei manga (i fumetti giapponesi), la
costante visione degli anime (i cartoon appunto), e infine il
cosplay, ovvero la pratica divertente e divertita di mascherarsi dal
proprio personaggio preferito per partecipare alle manifestazioni
dove inscenare i momenti più celebri dell’opera.
Quello che era iniziato
come un semplice divertimento, magari da relegare ai soli anni
d’infanzia, alla prova del tempo si è insomma dimostrato un enorme
bacino di storie e forme. Di più: è il riflesso di una cultura
lontana ma capace di farsi linguaggio universale, grazie alla forza
espressiva del mezzo. Anime e manga vantano infatti uno stile
dinamico e innovativo nell’uso delle tecniche visive, dove
l'evocazione e la forza emotiva sopravanzano quel rispetto del
verosimile più caro alle culture occidentali, donando all'esperienza
un maggiore impatto immersivo. Da qui, a cascata, sono poi nati un
fandom articolato e varie professionalità e competenze, come
studiosi e critici della materia, nonché editori che si sono fatti
carico di portare in Italia le più recenti produzioni.
A tutto questo è
dedicato il documentario Animeland – Racconti tra manga, anime e
cosplay, opera prima di Francesco Chiatante, che cerca di
tracciare una mappa di questo composito universo, partendo dalle
origini dell’invasione per poi inseguire le tracce sedimentate
nell’immaginario italiano. Lo fa in due modi, attraverso i
resoconti di “chi c’era” e le dichiarazioni di chi ha poi
costruito a sua volta nuove forme, diventando parte della cultura
popolare: attori (Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea), registi
(Fausto Brizzi, Michel Gondry, Maurizio Nichetti), cantanti
(Caparezza) solo per citarne alcuni, che compongono un mosaico
affascinante.
Il racconto è fluviale e
riesce replicare l'idea immersiva traghettando lo spettatore
in un universo “altro”, ma familiare anche ai meno avvezzi,
grazie alla capacità di fare appello a un bagaglio visivo-percettivo
che è ormai percepito come globale e trasversale alle fasce d'età.
Si parla insomma di Goldrake, Heidi, Candy Candy,
Holly & Benji, Hayao Miyazaki ma poi il racconto si prende
la libertà di concedersi i necessari detour, come a dire che
quei titoli restano sicuramente dei punti cardine, ma non esauriscono
il discorso in quanto singoli cascami di un tutto più grande e
articolato: sono non il punto d'origine e d'arrivo, ma piuttosto la
chiave per aprire la porta di un mondo più complesso. I bambini di
ieri, quindi, sono diventati gli adulti di oggi e tutte queste storie
e forme che hanno portato in dote sono diventate la via preferenziale
per raccontare il percorso passato e definire le nuove tendenze del
presente.
Ne emerge perciò un
ritratto molto personale, che fa appello alla passione dell’autore,
ma – esattamente come i lavori che racconta – diventa poi opera
universale, capace di instaurare un dialogo con lo spettatore,
affascinandolo con un’atmosfera fiabesca ma concreta per la
specificità degli argomenti trattati. Un po' ricordo, insomma, un
po' ricognizione documentata, grazie anche alle linee guida fornita
da alcuni studiosi, primo fra tutti Luca Raffaelli, celebre saggista
e qui elevato ad autentico “narratore” e voce critica di una
generazione che ha deciso di affidarsi a questo flusso narrativo e
visivo per definire la propria realtà.
Francesco Chiatante è un
videomaker tarantino, montatore e autore di cortometraggi e
documentari, ed è stato premiato per il suo backstage del film di
Ivano De Matteo, I nostri ragazzi, al Festival del Cinema
Città di Spello. Animeland è stato realizzato in piena
indipendenza attraverso anni di ricerche, incontri con le varie
personalità e un’impressionante mole di materiale iconografico, ed
è stato infine presentato in anteprima mondiale al Roma Fiction Fest
2015. Su Siderlandia è possibile leggere la mia intervista al
regista, sul film e la passione per anime e manga:
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