Tucker & Dale vs Evil
Alcuni ragazzi si
recano in vacanza nei boschi della West Virginia, nella zona dove
anni addietro si consumò un brutale massacro ai danni di alcuni loro
coetanei. Qui si imbattono in Tucker e Dale, due montanari che hanno
preso possesso di uno chalet per dedicarsi alla pesca in pieno relax.
Il pregiudizio porta i ragazzi a considerare i due adulti dei
potenziali serial killer e così, quando la loro amica Allison viene
“rapita” dai montanari (in realtà i due l'hanno salvata quando
la ragazza è caduta nel lago), si innesca un micidiale meccanismo di
equivoci che porta le due fazioni a scontrarsi violentemente! Nel
tentativo di eliminare quelli che credono loro nemici, i ragazzi
iniziano a uccidersi a vicenda e ogni tentativo di spiegare gli
equivoci sembra vano: anche perché ad emergere come leader nel
gruppo dei ragazzi è Chad, la cui psiche è stata seriamente
compromessa da eventi che affondano nel massacro di tanti anni
prima...
I cliché possono rappresentare una
trappola per ogni pellicola che si rispetti, ma a un livello primario rappresentano anche un segno distintivo di un genere, che con essi si
rapporta al pubblico di riferimento, in un gioco di scambi reciproci
fondato sulla consapevolezza e, perché no, sulla complicità. Discorso
tanto più vero quando ha a che fare con il cinema horror, di per sé
uno dei più tipizzati e attenti all'interscambio di emozioni e
cognizioni di forme e meccanismi narrativi con il proprio fandom. E',
insomma, un discorso di identità, che una pellicola come Tucker &
Dale vs Evil eleva a sistema, con esiti felicissimi.
La pellicola, diretta
dall'ex attore Eli Craig, rappresenta infatti una splatter comedy
basata sui meccanismi tipici dello slasher alla Venerdì 13:
c'è un gruppo di ragazzi e ci sono gli hillbillies, i
"campagnoli" che in queste storie ricoprono il classico ruolo di
rappresentanti di una cultura primordiale e reazionaria, basata
sull'eliminazione di chi invade il proprio spazio, con l'inevitabile
collisione delle parti. Ma lo schema viene rovesciato con
intelligenza, le vittime diventano i carnefici e gli equivoci
generano quei cliché che il pubblico riconosce fino a rispondere con
entusiasmo. Il lavoro compiuto da Craig, quindi, è duplice: da un
lato c'è una precisa ricognizione sui topoi tipici
dell'horror, che vengono derisi e smontati fino ad arrivare a una
decostruzione del genere. D'altro canto, però, abbiamo poi una
ricollocazione degli stessi elementi nel loro contesto, sebbene sotto
una forma nuova: i ragazzi finiscono ugualmente uccisi nei modi più atroci, ma non per i
meccanismi consueti. Il risultato spiazza e diverte, quindi, per la
sua inventiva, senza però deludere le aspettative di un pubblico che
da film del genere si aspetta precise risposte emotive, favorite
dalla tensione, dal sangue, dal ritmo e dal divertimento, mai così
alti negli ultimi anni.
Craig infatti non
dichiara palesemente il suo intento metanarrativo - come avviene, ad
esempio, in pellicole come Scream
o Quella casa nel bosco - ma intrattiene un discorso
extra-narrativo, che quindi il pubblico può anche non cogliere,
godendo della commedia come prodotto a sé. Il punto è infatti la
questione dell'identità, con cui il film gioca in maniera molto
raffinata. D'altra parte, tutti i protagonisti del film sono
palesemente scentrati rispetto al ruolo che pure vorrebbero (o
dovrebbero) avere nella vicenda: non solo perché le vittime non sono
tali e i carnefici neppure, ma perché ognuno di loro cova una serie
di aspirazioni che lo svolgersi della storia rivela essere
velleitarie o sbagliate. Dale crede di essere lo stupido della
situazione (e dimostrerà invece il contrario), Allison ambisce a un
ruolo di psicologa che però non riuscirà a onorare, non riuscendo a
ricomporre le fratture interne ai due gruppi. L'escalation raggiunge
il suo culmine con il personaggio di Chad che di fatto è l'autentico
fulcro del meccanismo slasher, pur apparendo come figura decentrata:
è lui infatti a raccontare ai compagni del massacro avvenuto in quei boschi (determinando dunque il setting della storia) e a insistere perché ai due montanari sia attribuito senza appello il
ruolo dei cattivi.
Non a caso proprio in
Chad troviamo uno degli elementi cardine del genere di riferimento,
ovvero il trauma celato nel passato, che di solito determina il
movente del killer di turno: proprio la scoperta di un simile segreto
servirà qui a redistribuire ulteriormente i ruoli (una volta che
tutto sembrava già inevitabilmente stravolto) per lo shodown finale.
Craig insiste sia su meccanismi che sono squisitamente attribuili a
un attento lavoro di scrittura, quanto su dinamiche che arrivano
direttamente a coinvolgere il corpo, con personaggi che determinano
il proprio ruolo fittizio in base alla propria fisicità (l'illibilly
ha un aspetto poco rassicurante e stupido, le ragazze sono carine e
attraenti), e che via via si “sporcano” nel gioco al massacro,
fatto di sangue a fiotti, ustioni mostruose e arti rotti. Risulta straordinario in tal senso anche il casting compiuto, dove spiccano il simpatico e tenero Tyler Labine, lo stralunato Alan Tudyk (visto in Transformers 3) e la bellissima Katrina Bowden.
In tal modo Tucker &
Dale vs Evil si connota non come un estemporaneo esperimento,
quanto come un esemplare genuino di una tradizione che Eli Craig non vuole deridere, perché evidentemente rispetta e
si ama: la visione rinvigorisce infatti figure e situazioni dei
migliori classici del genere, rinnovandole con energia e facendoci
provare lo stesso divertimento che avvolgeva la visione dei migliori
lavori degli anni Settanta e Ottanta. Segno che proprio lavorando sul
genere, senza appiattirsi sul mero ricalco, si può dare ancora linfa
a un horror che negli ultimi tempi appare affetto da terribili segni
di stanchezza.
Rimasto purtroppo inedito
in Italia (anche in America però non ha avuto più di una
distribuzione limitata, destinandosi principalmente alla fruizione
attraverso l'home video), Tucker & Dale vs Evil è
fortunatamente reperibile attraverso il circuito dei fansub. Se amate
l'horror e i suoi classici vi conviene inseguirlo!
Tucker & Dale vs
Evil
Regia: Eli Craig
Sceneggiatura: Eli
Craig, Morgan Jurgenson
Origine: Canada, 2010
Durata: 89'
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