"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

lunedì 15 settembre 2014

Tucker & Dale vs Evil

Tucker & Dale vs Evil

Alcuni ragazzi si recano in vacanza nei boschi della West Virginia, nella zona dove anni addietro si consumò un brutale massacro ai danni di alcuni loro coetanei. Qui si imbattono in Tucker e Dale, due montanari che hanno preso possesso di uno chalet per dedicarsi alla pesca in pieno relax. Il pregiudizio porta i ragazzi a considerare i due adulti dei potenziali serial killer e così, quando la loro amica Allison viene “rapita” dai montanari (in realtà i due l'hanno salvata quando la ragazza è caduta nel lago), si innesca un micidiale meccanismo di equivoci che porta le due fazioni a scontrarsi violentemente! Nel tentativo di eliminare quelli che credono loro nemici, i ragazzi iniziano a uccidersi a vicenda e ogni tentativo di spiegare gli equivoci sembra vano: anche perché ad emergere come leader nel gruppo dei ragazzi è Chad, la cui psiche è stata seriamente compromessa da eventi che affondano nel massacro di tanti anni prima...


I cliché possono rappresentare una trappola per ogni pellicola che si rispetti, ma a un livello primario rappresentano anche un segno distintivo di un genere, che con essi si rapporta al pubblico di riferimento, in un gioco di scambi reciproci fondato sulla consapevolezza e, perché no, sulla complicità. Discorso tanto più vero quando ha a che fare con il cinema horror, di per sé uno dei più tipizzati e attenti all'interscambio di emozioni e cognizioni di forme e meccanismi narrativi con il proprio fandom. E', insomma, un discorso di identità, che una pellicola come Tucker & Dale vs Evil eleva a sistema, con esiti felicissimi.

La pellicola, diretta dall'ex attore Eli Craig, rappresenta infatti una splatter comedy basata sui meccanismi tipici dello slasher alla Venerdì 13: c'è un gruppo di ragazzi e ci sono gli hillbillies, i "campagnoli" che in queste storie ricoprono il classico ruolo di rappresentanti di una cultura primordiale e reazionaria, basata sull'eliminazione di chi invade il proprio spazio, con l'inevitabile collisione delle parti. Ma lo schema viene rovesciato con intelligenza, le vittime diventano i carnefici e gli equivoci generano quei cliché che il pubblico riconosce fino a rispondere con entusiasmo. Il lavoro compiuto da Craig, quindi, è duplice: da un lato c'è una precisa ricognizione sui topoi tipici dell'horror, che vengono derisi e smontati fino ad arrivare a una decostruzione del genere. D'altro canto, però, abbiamo poi una ricollocazione degli stessi elementi nel loro contesto, sebbene sotto una forma nuova: i ragazzi finiscono ugualmente uccisi nei modi più atroci, ma non per i meccanismi consueti. Il risultato spiazza e diverte, quindi, per la sua inventiva, senza però deludere le aspettative di un pubblico che da film del genere si aspetta precise risposte emotive, favorite dalla tensione, dal sangue, dal ritmo e dal divertimento, mai così alti negli ultimi anni.

Craig infatti non dichiara palesemente il suo intento metanarrativo - come avviene, ad esempio, in pellicole come Scream o Quella casa nel bosco - ma intrattiene un discorso extra-narrativo, che quindi il pubblico può anche non cogliere, godendo della commedia come prodotto a sé. Il punto è infatti la questione dell'identità, con cui il film gioca in maniera molto raffinata. D'altra parte, tutti i protagonisti del film sono palesemente scentrati rispetto al ruolo che pure vorrebbero (o dovrebbero) avere nella vicenda: non solo perché le vittime non sono tali e i carnefici neppure, ma perché ognuno di loro cova una serie di aspirazioni che lo svolgersi della storia rivela essere velleitarie o sbagliate. Dale crede di essere lo stupido della situazione (e dimostrerà invece il contrario), Allison ambisce a un ruolo di psicologa che però non riuscirà a onorare, non riuscendo a ricomporre le fratture interne ai due gruppi. L'escalation raggiunge il suo culmine con il personaggio di Chad che di fatto è l'autentico fulcro del meccanismo slasher, pur apparendo come figura decentrata: è lui infatti a raccontare ai compagni del massacro avvenuto in quei boschi (determinando dunque il setting della storia) e a insistere perché ai due montanari sia attribuito senza appello il ruolo dei cattivi.

Non a caso proprio in Chad troviamo uno degli elementi cardine del genere di riferimento, ovvero il trauma celato nel passato, che di solito determina il movente del killer di turno: proprio la scoperta di un simile segreto servirà qui a redistribuire ulteriormente i ruoli (una volta che tutto sembrava già inevitabilmente stravolto) per lo shodown finale. Craig insiste sia su meccanismi che sono squisitamente attribuili a un attento lavoro di scrittura, quanto su dinamiche che arrivano direttamente a coinvolgere il corpo, con personaggi che determinano il proprio ruolo fittizio in base alla propria fisicità (l'illibilly ha un aspetto poco rassicurante e stupido, le ragazze sono carine e attraenti), e che via via si “sporcano” nel gioco al massacro, fatto di sangue a fiotti, ustioni mostruose e arti rotti. Risulta straordinario in tal senso anche il casting compiuto, dove spiccano il simpatico e tenero Tyler Labine, lo stralunato Alan Tudyk (visto in Transformers 3) e la bellissima Katrina Bowden.

In tal modo Tucker & Dale vs Evil si connota non come un estemporaneo esperimento, quanto come un esemplare genuino di una tradizione che Eli Craig non vuole deridere, perché evidentemente rispetta e si ama: la visione rinvigorisce infatti figure e situazioni dei migliori classici del genere, rinnovandole con energia e facendoci provare lo stesso divertimento che avvolgeva la visione dei migliori lavori degli anni Settanta e Ottanta. Segno che proprio lavorando sul genere, senza appiattirsi sul mero ricalco, si può dare ancora linfa a un horror che negli ultimi tempi appare affetto da terribili segni di stanchezza.

Rimasto purtroppo inedito in Italia (anche in America però non ha avuto più di una distribuzione limitata, destinandosi principalmente alla fruizione attraverso l'home video), Tucker & Dale vs Evil è fortunatamente reperibile attraverso il circuito dei fansub. Se amate l'horror e i suoi classici vi conviene inseguirlo!


Tucker & Dale vs Evil
Regia: Eli Craig
Sceneggiatura: Eli Craig, Morgan Jurgenson
Origine: Canada, 2010
Durata: 89'

Trailer originale

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