Una chiacchierata al bar: così Tito
Faraci definisce nelle prime righe questo suo bel libro dedicato a
Topolino, testata (e personaggio) per cui scrive dagli anni Novanta.
L'intento è confermato dal tono colloquiale di alcune parti, che si
alternano però ad altre in cui la lucidità dello sceneggiatore
mette in riga concetti e pensieri con un'ordine che fa pensare più
alla saggistica che alla semplice chiacchierata. È un po' la stessa
separazione che si crea fra il personaggio e la sua testata, fra i
momenti in cui Faraci ci parla del “suo” Mickey come esistesse
davvero, avallando la sospensione d'incredulità dell'appassionato
che in fondo crede sempre che i suoi eroi siano reali; e i passaggi
in cui entra invece nei meccanismi dello scrivere, che in un certo
qual modo svelano la finzione, ma senza demistificare, perché tutto
in fondo è pensato per esaltare il piacere dell'atto creativo.
La struttura a capitoli molto serrati
(25, contando anche introduzione e intermezzi, per poco meno di 140
pagine di testo) affastella ricordi e considerazioni, cercando una
traccia ben definita, ma concedendosi il piacere della
distrazione/divagazione, che ci riporta all'idea della chiacchierata:
in effetti, quello che rivelano le pagine è che Mickey – Uomini
e Topo è una sorta di Zibaldone in cui dialogano l'autore e
l'appassionato. Che Faraci ami Topolino traspare in maniera indubbia,
non solo perché il libro, dichiaratamente, vuole spiegare chi sono
Mickey Mouse - per lui ne esistono “almeno un paio. C'è il
primo, quello dei cartoni animati. E c'è quello attuale, dei
fumetti” - ma anche perché difende molte scelte (editoriali e
non) che nella vulgata corrente sarebbero da considerarsi impopolari.
Prima fra tutte la presunta “antipatia” di Topolino, contrapposta
alla “simpatia” di Paperino, fino al nodo dei limiti imposti
dalla testata su cosa si può e non si può rappresentare –
essenzialmente il divieto su violenza e temi scabrosi.
Il Faraci autore, dal canto suo,
sottolinea la versatilità del personaggio – che la sua generazione
ha in larga parte contribuito a svecchiare - pur all'interno di una
serie di regole molto ben codificate, che gli consentono quella
universalità riconosciuta a varie latitudini. Anche e soprattutto
quelle italiche dove si creano la maggior parte delle storie a
fumetti (“Abbiamo delle responsabilità, noi autori italiani,
nei suoi confronti”). Si crea così un contrappunto con la
struttura libera eppure ben definita del libro stesso. Faraci
racconta perciò il rinnovamento della testata dagli anni Novanta,
fornendo interessanti retroscena sul lavoro redazionale, e analizza
alcune storie topiche del suo percorso, da Dalla parte sbagliata,
sul rapporto di contrapposizione/amicizia impossibile fra Topolino e
Gambadilegno, a La lunga storia del commissario Manetta, sul
celebre detective del commissariato di Topolinia – entrambe le
storie si possono leggere su Topolino Black Edition, compendio
che raccoglie alcune fra le più rappresentative storie gialle del
topo, firmate da Faraci, ecco la cover:
L'autore entra poi nei meccanismi
stessi della narrazione, rivolgendosi chiaramente a un pubblico che
conosce il personaggio, ma magari non ha una familiarità più
allargata con il mezzo-fumetto in sé, arrivando anche a un esempio
diretto con un confronto sceneggiatura/tavola finita nella seconda
metà del volume.
In un passaggio particolarmente
interessante, Faraci, punta inoltre l'indice contro i lettori adulti
“che vogliono sempre la stessa sbobba”, costringendo
quindi i personaggi a una perenne immobilità. A questa contrappone
la curiosità imperante fra i bambini, lettori ideali anche e
soprattutto perché capaci di cogliere le iniezioni di novità di cui
gli autori cercando continuamente di farsi carico. Fra le spiegazioni
e le puntualizzazioni del caso, insomma, Faraci racconta se stesso e
i lettori, da quelli della prima ora ai neofiti, e riesce a farci
capire i punti di forza di un personaggio e un periodico che è
sempre stato capace di dare forma a un intrattenimento popolare, ma
colto. Un po' come il suo autore che nel corso della trattazione
sembrerà anche intraprendere strade molto lontane dal tema, citando
opere distantissime dalla tradizione disneyana, per poi recuperare
sempre il filo. In questo senso, la lettura si rivela utile e
divertente. Proprio come un buon numero di Topolino.
Mickey – Uomini e Topo
di Tito Faraci
add editore, collana Incendi
Prima edizione, Novembre 2016
144 pagine, 12 euro