"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

mercoledì 31 luglio 2013

Facciamola finita

Facciamola finita

Jay Baruchel torna a Los Angeles per fare visita all'amico e collega Seth Rogen, che, pur sapendolo contrario, lo trascina a una festa. James Franco sta infatti inaugurando la sua nuova casa e ha invitato un po' di gente del cinema, che Jay non sopporta particolarmente. L'atmosfera viene comunque interrotta da un catastrofico scatenarsi di eventi apocalittici. Dopo che molti dei loro amici sono morti, Seth e Rogen si ritrovano costretti a barricarsi a casa di Franco: con loro ci sono anche Jonah Hill, Danny McBride, Craig Robinson e Emma Watson (che poi li abbandonerà per il timore di essere violentata!). Insieme il gruppo cerca di sopravvivere e capire cosa stia accadendo all'esterno, ma deve anche affrontare le divisioni che oppongono i vari membri dell'improvvisata compagnia.


C'è qualcosa che si muove a Hollywood e, al solito, lo fa attraverso i percorsi della commedia, sempre attenta a radiografare gli umori dei tempi che cambiano, anche se poi lo si capisce troppo tardi (e in effetti in pochissimi si stanno preoccupando di studiare il fenomeno, la maggior parte invece preferisce il comodo sport della demolizione e della sottovalutazione). Un film come Facciamola finita diventa quindi importante già soltanto perché ci permette di avere sotto i riflettori alcuni dei principali esponenti di questa neo-commedia: un filone che si offre attraverso gag pesantemente orientate sui temi sessuali e capaci di evocare la risata più crassa, secondo un modello che possiamo facilmente ascrivere alla scuola umoristica di matrice ebraica (basti pensare alle classiche e demenziali parodie di Zucker-Abrams-Zucker); ma anche un genere che affonda i denti nei temi dell'esistenzialismo più crepuscolare, complice una generazione di quarantenni “perduti” e inclini a riflettere sulla propria identità umana, culturale e sociale. La figura cardine del movimento è senz'altro il regista e produttore Judd Apatow, qui totalmente assente, ma che ha lanciato (o comunque consolidato) alcuni dei volti che nel film ritroviamo, come Seth Rogen, Jonah Hill e James Franco. Alle spalle del film c'è comunque un cortometraggio rimasto inedito, Jay and Seth versus the Apocalypse, scritto da Seth Rogen e Evan Goldberg (autori di questa versione “lunga”), insieme a Jason Stone che ne aveva poi firmato la regia.

Il tono è insomma quello da ultima occasione per un gruppo di amici che devono esplorare le reciproche interazioni, ma allo stesso tempo è anche quello del nonsense sfrenato che unisce alle gag a raffica (con un forte e costante odore di improvvisazione) parecchie strizzatine d'occhio cinefile, tali da far assumere all'insieme una natura proteiforme: un po' commedia, un po' fantasy, un po' articolata riflessione sui topoi del sottogenere preso in esame (nel caso specifico l'horror apocalittico), tanto che in alcuni momenti persino il fantasma della già citata ZAZ fa capolino (la parodia de L'esorcista). Se volessimo comunque tracciare un parallelo più spontaneo, questo sarebbe da rintracciarsi nei capolavori inglesi di Edgar Wright (il quale – guarda un po' il caso – quasi contemporaneamente gira un film intitolato The World's End...). Quasi uno Shaun of the Dead in salsa ebraica, insomma, e non ci stupisce quindi che a un certo punto qualcuno citi anche gli zombi, anche se poi si ripiega su temi biblici più tradizionali (con tanto di spettacolari demoni ed effetti speciali a tratti molto ben elaborati).

Data una simile mole di influenze, e considerato l'entusiasmo contagioso che il continuo avvicendarsi di situazioni, colpi di scena e trovate assurdamente spettacolari pongono di fronte ai nostri occhi, Facciamola finita finisce quindi naturalmente per rientrare spontaneamente nei territori e nei temi dell'identità cari a questi esponenti della commedia: l'interazione fra i personaggi non fa infatti venir meno un gioco di rispecchiamenti fra la dimensione privata degli stessi, con le rispettive amicizie e rivalità, e la loro natura di icone pubbliche, dove uomo e personaggio coincidono (ognuno interpreta se stesso) e ogni figura è tipizzata secondo uno schema che è naturalmente di fiction (lo “strafumato”, l'ossessionato dal sesso, l'icona gay, il bravo ragazzo un po' artificioso e via citando). L'avventura apocalittica diventa quindi davvero l'occasione per riflettere sul senso di appartenenza a un mondo che si prende in giro con irriverenza e senza fare sconti a nessuno (vengono anche citati i rispettivi insuccessi commerciali e artistici), giocando spesso sulla sovrapponibilità fra amicizia virile e omosessualità latente, e che in ultima istanza riesce a trovare la sua coesione in virtù di una serie di valori unificanti e un senso dell'amicizia che permetta di uscire dalla propria dimensione individuale per ricomprendere anche l'altro da sé. Un percorso di formazione di un gruppo, insomma, perfetta cerniera fra gli opposti forniti da realtà e fiction, tale da rendere i personaggi degni di salvarsi e ascendere così al futuro livello (e non a caso tutto parte con una partita ai videogame...).

La ragnatela delle relazioni che uniscono o dividono queste figure, riesce perciò a mettere a nudo l'umanità nascosta dietro il ruolo “pubblico” dei personaggi/attori, descrivendo una serie di rapporti affettivi che ci portano nei territori di un'altra importante figura della scena indipendente contemporanea: quella di Kevin Smith, da alcuni chiamato in causa per alcuni parallelismi con il suo Dogma e per la capacità di mescolare una profonda componente umana con i meccanismi del cinema spettacolare più puro. Il che significa che a “farla finita” non è soltanto un complesso schema di relazioni che descrivono una mappa allargata della scena indipendente contemporanea, ma anche il puro piacere della visione che il film naturalmente riesce a regalare. Che lo si veda dal versante più complesso e “teorico”, o da quello del semplice divertimento, Facciamola finita resta un film entusiasmante!


Facciamola finita
(This is the End)
Regia e sceneggiatura: Seth Rogen, Evan Goldberg (basato sul cortometraggio Jay and Seth versus the Apocalypse di Jason Stone)
Origine: Usa, 2013
Durata: 106'

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