"C'è chi crede in dio o nel denaro. Io credo nel cinema, nel suo potere. L'ho scoperto da ragazzino, mi ha aiutato a fuggire da una realtà in cui ero infelice. È una delle forme d'arte più alte che l'uomo ha concepito. Credo nel suo futuro."
(John Carpenter)

giovedì 1 marzo 2012

Gundam: la trilogia cinematografica

Gundam: la trilogia cinematografica

Considerate le traversie cui è andata incontro la serie tv nel nostro paese - dove si è dovuto attendere il 2004 perché fosse interamente sdoganata - ancor più infelice appare il destino delle versioni cinematografiche, guardate con scarso interesse perché apparentate superficialmente alla media delle cosiddette pellicole “riassuntive”. Al contrario, l'approdo di Mobile Suit Gundam al grande schermo non deve apparire estemporaneo o frutto soltanto di vili strategie commerciali, ma come l'ulteriore evoluzione di una storia ormai consapevole del proprio valore e per questo pronta a sfruttare appieno il suo potenziale. Già nel formato televisivo, infatti, Yoshiyuki Tomino pensava secondo modalità cinematografiche, per la forza epica che tracimava dalle storie e per la sua capacità autoriale di scardinare le regole del genere di riferimento (quello dei robot giganti), cercando di aprire sempre nuovi orizzonti. E anche se l'autore oggi denuncia i limiti tecnici dell'operazione (la serie tv fu infatti realizzata su pellicola 16mm che quindi non assicurava un'adeguata qualità per la proiezione in sala), in realtà il grande schermo era esattamente il luogo ideale per concludere il percorso dell'epopea.

La trilogia nacque per celebrare il crescente consenso che all'epoca stava circondando la serie, dopo che le prime e più fredde accoglienze ne avevano addirittura ridotto il numero di puntate previste. La lotta fra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon è condensata in lungometraggi da due ore l'uno e rinnova il viaggio dell'astronave White Base, con il suo carico di militari e civili. Un ensemble a carte sparigliate, dove già si sottolinea la portata globale di una visione che coinvolge il mondo al di là delle classificazioni codificate e “apre” la portata dei combattimenti, non localizzandoli più nel solo Giappone, ma in una guerra su scala spaziale. Il montaggio si occupa di armonizzare gli eventi originariamente distribuiti secondo la tipica formula seriale, in modo da rendere la narrazione fluida, omogenea e senza pause: alcuni aspetti anche molto interessanti della storia restano naturalmente fuori, ma Tomino fa comunque compiere all'epopea fantascientifica un autentico balzo di qualità, perché ne porta all'estremo la portata rivoluzionaria, abbandonando del tutto i cascami delle vecchie serie robotiche che ancora persistevano nel formato originario.

Sebbene all'epoca si tendesse – giustamente – a evidenziare quanto la serie tv aggiungesse e cambiasse rispetto al passato, in realtà essa può apparire acerba a una visione contemporanea, a causa delle persistenza di alcune dinamiche del format robotico classico: impiego del Mobile Suit in combattimenti ripetuti, esaltazione della sua forza guerriera, necessità di ulteriori (e anche fantasiosi) upgrade. I film fanno piazza pulita di questi elementi, rendendo il robot un elemento accessorio di una narrazione che può ora puntare interamente sullo scenario globale a lei caro e sul ruolo dell'umanità in un contesto ormai cambiato. Tomino è evidentemente ormai conscio dell'apertura degli orizzonti tipica dell'avventura spaziale anni Settanta, dove l'umanità sognava un futuro al di là dei propri confini, e si interroga perciò sulle conseguenze.

Al pari dei Newtype che sintetizzano l'idea di un ulteriore gradino nella scala dell'evoluzione umana conseguente l'approdo alla nuova frontiera spaziale, così la storia cambia insomma pelle, affinandosi e maturando, elaborando i suoi spunti con un impatto visivo nuovo che porta a ridisegnare gran parte delle scene in modo da rendere più realistiche le animazioni. In questo modo risulta chiaro come quello compiuto da Tomino sia stato un autentico atto di lungimiranza, perché il suo scardinare le tradizioni narrative codificate è un chiaro riflesso di quella tensione che, nel racconto, porta lo spettatore dalla materialità della battaglia fra robot giganti ai dilemmi etici e visionari sul destino dell'uomo nel nuovo universo.

L'immersione nello spazio, dunque, non è soltanto un mero espediente narrativo per garantire maggiore varietà all'azione, ma rappresenta al contrario l'enunciazione di una possibilità infinita che attende gli uomini se liberati dai legami di parte: ne consegue che questa è una storia di persone che vivono la tensione straordinaria all'infinito da una prospettiva ordinaria che è quella tipica di entità “finite” e che perciò devono imparare a perdersi negli scenari che si offrono loro, ma anche a ritrovarsi, cercando un obiettivo personale e unico che permetta a ciascuno di essere parte attiva in un contesto ormai articolato su dinamiche di massa.

Questo dualismo riflette sia il potenziale enorme e inespresso che attende la nuova umanità, sia il dramma dei personaggi, che, ormai nel pieno del progresso materiale, iniziano a fare i conti con le possibilità filosofiche a esso connesse e ne sono soverchiati, ritrovandosi in molti casi impreparati. Per questo il loro ancorarsi a prospettive di parte, a rancori e particolarismi è anche un modo per affermare il proprio status di esseri umani. La storia è dunque riassumibile in un continuo ondeggiamento fra gli opposti sentimenti generati da una tensione sovra-umana e da dinamiche tipiche dell'irredimibile condizione umana: dolore, amore, rivalità, fanatismi, legami familiari e di amicizia. Tomino lancia dunque un grido di dolore per un'umanità nei cui confronti si dimostra alquanto pessimista, ma anche un messaggio di speranza che guardi all'evoluzione e a un futuro completamente nuovo, dove la colonizzazione del cosmo sia anche una metafora di un modo differente di intendere la vita in uno scenario cambiato.

Accanto alla serie, dunque, si consiglia di non trascurare o sottovalutare questa riedizione cinematografica “definitiva” approntata dall'autore, che enuncia con maggiore compiutezza il proprio fine tematico e conferisce maggiore forza espressiva al racconto grazie a modifiche e innovazioni: l'edizione italiana peraltro è fra le più curate che si siano viste da tempo, grazie a un eccellente lavoro di traduzione, che permette di cogliere ogni sfumatura dell'opera.


Mobile Suit Gundam – The Movie I
(Kido Senshi Gundam I)
Mobile Suit Gundam – The Movie II: Soldati del dolore
(Kido Senshi Gundam II: Ai Senshi)
Mobile Suit Gundam – The Movie III: Incontro nello spazio
(Kido Senshi Gundam III: Meguriai Sora)
Regia e sceneggiatura: Yoshiyuki Tomino
Origine: Giappone, 1981-1982
Durate: 133' – 140' – 140'


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